CGBI, agricoltura unita per produrre energia

Gabriele Lanfredi, presidente della Confederazione dei bieticoltori CGBI

Si rafforza il sistema delle rinnovabili: biogas, biometano e fotovoltaico. «È un momento di confronto e aggregazione, l’economia circolare diventa realtà» dice Gabriele Lanfredi, presidente della Confederazione dei bieticoltori – CGBI, oggi impegnata nello sviluppo delle filiere agro-energetiche, dando valore aggiunto e nuovi sbocchi economici al sottoprodotto agricolo e agroindustriale, con progetti sul biometano già avviati insieme ai colossi del food made in Italy: Granarolo, Italia Zuccheri e Fruttagel.

«Incontriamo agricoltori e allevatori del territorio – ha continuato Lanfredi – gettiamo le basi per la costituzione delle società consortili e la localizzazione degli impianti, progettiamo percorsi formativi per rispondere alle esigenze degli imprenditori della green economy (bit.ly/corsi_enapra), definiamo la rete di servizi necessari alle imprese che vorranno intraprendere l’attività entrando nelle nuove filiere agro-energetiche».

Il numero uno di CGBI riassume quanto fatto finora in occasione del lancio della società Bio.Methane.Hub, che si occuperà di aggregare i sottoprodotti per alimentare gli impianti con costi sostenibili e massima efficienza, fornendo servizi indispensabili ai fini della tracciabilità e della certificazione.

Fondata dalle cooperative del gruppo bieticolo, la nuova realtà proseguirà il percorso avviato da CGBI nel comparto delle biomasse lignocellulosiche, che ha dato vita alla più importante filiera energetica di recupero delle potature. «Il biometano – conclude Lanfredi – rappresenta la nuova frontiera su cui investire per ridurre le importazioni di gas, ma presenta ancora diverse criticità. Sarebbe auspicabile che il quadro normativo consentisse di coprire gli autoconsumi elettrici con energia autoprodotta da fotovoltaico agricolo».

Bio.Methane.Hub

Bio.Methane.Hub è un contenitore di professionalità al servizio delle imprese per destinare sottoprodotti e scarti di lavorazione alla produzione di energia verde.

Ne parliamo con il presidente Tommaso Honorati affiancato nella nuova avventura dall’amministratore delegato Luca Malavasi.

Presidente Honorati, per vincere la sfida della sostenibilità l’agroalimentare ha bisogno di aggregare risorse.
Qual è l’obiettivo di Bio.Methane.Hub?

Risolvere le problematiche delle imprese che vogliono investire nelle agroenergie, guidarle nella gestione delle biomasse per dare impulso alla produzione di biogas e biometano, aiutarle nella logistica puntando a ridurre e ottimizzare i costi di trasporto, supportarle nell’ottenimento di contributi e sovvenzioni. Dietro a Bio.Methane.Hub ci sono i professionisti delle cooperative aderenti alla Confederazione dei bieticoltori – CGBI, con esperienza decennale nell’approvvigionamento degli impianti.

Un servizio rivolto a chi vuole collocare al meglio matrici vegetali e animali, come pure scarti dell’agroindustria?

Proprio così. Siamo con gli agricoltorinella fase di raccolta, stoccaggio e trattamento di colture dedicate (mais, sorgo e triticale) e sottoprodotti agricoli (della barbabietola da zucchero, ad esempio, si utilizzano foglie, colletti e polpe). Stimoliamo gli allevatori a sfruttare appieno il potenziale metanigeno degli effluenti zootecnici trasformandolo in energia pulita.

Inoltre andiamo incontro agli imprenditori dell’agroalimentare recuperando gli scarti di lavorazione da molini e riserie, dall’industria della carne, dagli stabilimenti di prodotti dolciari, lattiero-caseari e ortofrutticoli.

Bio.Methane.Hub si occupa anche di ritiro, commercializzazione e distribuzione di prodotti di risulta degli impianti, come il digestato. In che modo?

Offriamo consulenza specialistica sull’utilizzo agronomico del digestato, dalle corrette pratiche di interramento e distribuzione localizzata grazie all’ausilio di sistemi satellitari fino alle semine di precisione con minor impiego di prodotti chimici. Obiettivo: aumentare la sostanza organica nel terreno e massimizzare l’efficienza di assorbimento dell’azoto.