Ex parlamentare tedesco per i Verdi e viceministro per la protezione dei consumatori, l’alimentazione e l’agricoltura dal 2001 al 2005, oggi Matthias Berninger è responsabile affari pubblici, scienza e sostenibilità di Bayer. Lo abbiamo incontrato per una prima reazione sul progetto di regolamento dell’UE sulle Nuove tecniche genomiche (NTG), in Italia note anche come Tecnologie di evoluzione assistita (TEA).
Dott. Berninger, quali sono le sue considerazioni generali sulla proposta della Commissione europea?
È un grande passo per l’Europa, ma direi anche per l’umanità. Perché per la prima volta si può ridurre il divario sull’approccio alle biotecnologie che il mondo ha visto da quando i primi ogm sono arrivati sul mercato, 25-27 anni fa. Alcune differenze normative restano, diciamo tra Nord America, Cina ed Europa, ma si tratta di dettagli non così fondamentali come con la prima generazione di biotecnologie per l’agricoltura.
Esaminiamo alcuni di questi dettagli. Per l’approccio europeo le piante prodotte con le NTG sono un’eccezione nel quadro regolamentare degli ogm più che, come accade negli Usa, qualcosa di separato. Problemi per il commercio internazionale sono solo teorici o ci saranno conseguenze pratiche?
Possono esserci conseguenze pratiche. Ma voglio sottolineare il cambiamento più generale. Ciò che è veramente importante per l’UE e gli USA è garantire che il modo in cui accogliamo le nuove tecnologie sia un modo molto diverso rispetto agli ogm.
Euroseeds e Crop Life criticano un processo di notifica e autorizzazione per le NTG che può implicare un giudizio politico, da parte delle autorità nazionali. Cosa ne pensa?
Che è troppo presto per parlarne così in dettaglio. L’Unione europea è fatta di tre istituzioni, alla Commissione spetta il diritto di fare proposte, poi ci sono l’Europarlamento e il Consiglio. Il dibattito è appena cominciato. Al momento, mi interessa sottolineare positivamente il fatto che la Commissione europea abbia aperto una porta. Le tecnologie che abbiamo tra le mani sono una rosa. Le rose hanno le spine. Alcune delle critiche dell’industria delle sementi e di altri che sono generalmente a favore di queste tecnologie, parlano troppo delle spine e non abbastanza della bellezza della rosa.
Il dibattito è già partito sulla tolleranza agli erbicidi, considerata non sostenibile. C’è interesse dell’industria a sviluppare questo tipo di prodotti, che possono avere difficoltà a essere accettati dall’opinione pubblica?
Noi stiamo lavorando a una classe completamente nuova di erbicidi, che saranno pronti per la revisione normativa entro i prossimi anni. La mia speranza è che una volta che la biologia del secolo incontrerà la chimica del secolo, il dibattito cambierà. Basta guardare i benefici dell’agricoltura no-tillage. Secondo uno studio indipendente da noi commissionato i benefici economici e ambientali del no-tillage negli USA, dove è applicata da più tempo e con molta semplicità proprio grazie a varietà resistenti agli erbicidi, sono sorprendenti. E questo è importante per tutti nel mondo, a partire da un’Europa che diventerà più calda.
A fronte di una tecnologia rivoluzionaria, vanno cambiate anche le regole dei brevetti?
I brevetti sono un’invenzione veneziana dal Quindicesimo secolo che ha avuto molta fortuna. Quando guardo a come è applicata in altri settori, non vedo perché non debba esserlo anche in agricoltura. Serve per avere il ritorno sull’investimento fatto in ricerca e sviluppo. A meno che l’UE non voglia tornare a contare solo sulla ricerca pubblica, facendo a meno di quella privata che al momento è quella che investe di più. Se le NTG sono la rosa, il brevetto è la radice. Senza, la rosa non cresce. Detto questo, dobbiamo essere pragmatici. Prima di tutto, non vogliamo imporre i brevetti ai piccoli agricoltori poveri nel Sud del Mondo. Questo è un cambiamento della nostra politica che abbiamo introdotto dopo l’acquisizione della Monsanto.
Quegli agricoltori devono avere accesso alla tecnologia e dovrebbero essere esentati da qualsiasi tipo di pagamenti correlati alla proprietà intellettuale. Per i selezionatori europei stiamo sperimentando un’esenzione per le piccole aziende. Uno dei vantaggi della nuova tecnologia è che è applicabile anche a colture specializzate, alla vite, al pomodoro, a tutti i tipi di orticole. Ci sono centinaia di piccole aziende competitive, che hanno ottimi semi per queste colture speciali e dovrebbero avere accesso alla tecnologia in modi che abbiano senso per loro.