Perché puntare sulla barbabietola nel 2023? Per diversi motivi, tra cui il prezzo garantito assolutamente interessante, il mercato dello zucchero con quotazioni mai viste prima, la possibilità di diversificare le superfici con una coltura resiliente ai cambiamenti climatici, la disponibilità dell’aiuto accoppiato nella nuova Pac e indiscussi vantaggi agronomici, alcuni noti e altri meno. Questi ragionamenti sono stati al centro di un interessante webinar organizzato da Coprob-Italia Zuccheri , media partner L’Informatore Agrario, a cui hanno partecipato Mauro Bruni, business unit manager growth strategies di Areté, Giovanni Campagna, responsabile agronomico Coprob- Italia Zuccheri e Massimiliano Cenacchi, direttore agricolo Coprob-Italia Zuccheri.
Mercato dello zucchero ai massimi storici
«Il primo punto a favore per la barbabietola è sicuramente l’attuale prezzo dello zucchero, che ha raggiunto un valore estremamente interessate molto probabilmente destinato a rimanere tale anche nel medio termine – ha evidenziato Bruni – perché in estrema sintesi le scorte si sono ridotte a livello mondiale e le quotazioni hanno risposto di conseguenza. Altro aspetto da considerare sotto il punto di vista economico è che la barbabietola ha risentito molto meno di altre colture del rincaro dei prezzi dei fertilizzanti. I motivi sono ovviamente agronomici, a pagare il prezzo più alto sono state infatti le colture con alte richieste di azoto.
La barbabietola insomma vince sulle sue colture alternative, mais, soia e frumenti, se ha un margine migliore – ha aggiunto – e sebbene negli ultimi mesi le quotazioni di queste colture siano state decisamente elevate, le prospettive per il medio termine non seguono la stessa tendenza di tenuta delle quotazioni che caratterizza invece il mercato dello zucchero». Tra i punti a favore per questa coltura ci sono anche la nuova Pac, che continuerà a riconoscere un contributo molto interessante alla barbabietola da zucchero, e il recente decreto che incentiva la produzione di biometano partendo dai sottoprodotti, che comprende anche le polpe.
Coltura resiliente
Ma come per ogni altra coltura il cambiamento climatico rappresenta una seria criticità: «la barbabietola però può rispondere meglio di altre colture all’aumento delle temperature e agli stress idrici sfruttando le innovazioni genetiche – ha detto Campagna – che in questi anni hanno migliorato la stabilità produttiva delle nuove varietà aumentando la tolleranza verso le elevate temperature estive e gli attacchi della cercospora. Anche l’opportunità della semina autunnale può essere interessante per la barbabietola – aggiunge Campagna – arrivando con colture già impostate per sopportare i primi stress da alte temperature e siccità del periodo di fine primavera-estate». La barbabietola, inoltre, si conferma meno «esosa» in termini di input energetici rispetto alle altre colture primaverili, un vantaggio non di poco conto vista l’attuale contingenza economica.
Redditività
Insomma, le strategie agronomiche si confermano centrali per valorizzare questa coltura anche in ottica di cambiamenti climatici, ma agli imprenditori interessa, prima di tutto, la redditività: «che assicuriamo essere molto interessante – ha evidenziato Cenacchi. Per la bietola convenzionale il prezzo 2023 sarà infatti di 60 euro/t, in aumento del 33% rispetto al 2022, mentre per quella bio il prezzo sarà di 90 euro/t». La struttura del prezzo per il prodotto convenzionale prevede, in sostanza, un prezzo medio di 48 euro/ t (comprensivi di 5 euro/t per le polpe) a cui aggiungere 12 euro/t di aiuti accoppiati, stimati su una semina complessiva 2023 di circa 28.000 ha. Per il prodotto bio il prezzo è di 70 euro/t (5 euro/t per le polpe) più 20 euro/t di aiuti accoppiati».
Lorenzo Andreotti