La crisi energetica sta spingendo l’acceleratore su tutti i progetti che possono contribuire ad affrancarci dalla dipendenza del gas russo.
Uno di questi si chiama Agri.Bio.Metano, filiera presentata il 23 giugno scorso al Museo della Civiltà contadina di Bentivoglio (Bologna), quando nel corso di un incontro pubblico è stata ufficializzata la partnership siglata tra Coprob-Italia Zuccheri, Granarolo e Fruttagel per la produzione di biometano agricolo ottenuto da sottoprodotti agricoli e agroindustriali.
“La produzione di biometano ottenuto dalla filiera agroenergetica – ha sottolineato nel suo intervento il presidente della Confederazione dei bieticoltori (Cgbi) Gabriele Lanfredi – potrà sostituire una quota importante dei consumi interni di metano fossile a cui si unisce una maggiore disponibilità di digestato ottenuto dal processo produttivo degli impianti a vantaggio della fertilizzazione dei terreni”.
Progetti ambiziosi
“Coprob crede fermamente in questo progetto – ha sottolineato Claudio Gallerani, presidente di Coprob-Italia Zuccheri – e l’attività avviata dieci anni fa con la realizzazione di tre impianti a biogas da 1 MW ciascuno in tre siti differenti lo dimostra”.
“Dal 2012 a oggi i 23 impianti a biogas realizzati su base consortile hanno utilizzato in principal modo la polpa soppressata delle bietole – ha continuato Gabriele Lanfredi – oggi il progetto che stiamo per lanciare prevede lo stesso modello societario ma con l’inserimento e l’utilizzo prevalente di reflui zootecnici, il che presuppone un cambiamento della base sociale che oltre agli agricoltori coinvolgerà anche gli allevatori. Si tratta di un’aggregazione agricola che nel giro di pochi anni potrà anche dare origine alla produzione di energia elettrica ottenuta da impianti fotovoltaici. Sono obiettivi ambiziosi ma realizzabili, a patto che si parta da subito: per la riconversione a biometano degli impianti a biogas sono attualmente disponibili 1,92 miliardi di euro”.
Di progetto molto importante hanno parlato anche Stanislao Fabbrino, presidente di Fruttagel e Danio Federici di Granarolo, sottolineando rispettivamente che l’avviamento del processo produttivo circolare all’interno degli stabilimenti Fruttagel soppianterà il fossile con il biometano autoprodotto. “Il nostro consumo medio annuo è di circa 8 milioni di mc/metano – ha dichiarato Fabbrino – e se nel 2020 la spesa energetica ha pesato sulle nostre casse per 6 milioni di euro, nel 2022 stimiamo possa arrivare a 24 milioni”. ”Nella transizione sostenibile il settore zootecnico è chiamato a giocare un ruolo rilevante – ha proseguito Danio Federici – Con la filiera Agro.Bio.Metano i 600 allevatori che producono per Granarolo troveranno partner solidi con una grande esperienza nella produzione di biogas e biometano”.
Premiare le aziende più performanti
All’incontro ha partecipato anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che nel suo intervento non ha mancato di fare un’analisi severa della drammatica crisi che stiamo vivendo. “Quella al centro dell’incontro di oggi – ha affermato – è un’iniziativa di grande progettualità perché il mondo agricolo intende dare il suo contributo alla transizione energetica a partire dal biogas. La politica agricola negli ultimi 40 anni ha fallito, non ha saputo pianificare con lungimiranza ed è per questo che oggi siamo noi a voler proporre la nostra idea di futuro, che voglio definire intensificazione colturale in chiave ambientale per un’agricoltura sempre più performante. Non si può più pensare a una politica agraria che garantisca un sostegno a tutte le aziende agricole indiscriminatamente: nel nostro Paese solo il 30% delle 400mila partite Iva attive fatturano più di 10.000 euro/anno. Noi pensiamo che occorra lavorare per quelle aziende che effettivamente producono. Dobbiamo decidere: vogliamo un mondo che si alimenterà con i prodotti della terra o no?”.
Anna Mossini