Arriva YaraSuna, gamma di fertilizzanti pensati per l’agricoltura rigenerativa

Una nuova linea di fertilizzanti organici e organo minerali appositamente studiata per “rigenerare” il suolo, con un approccio circolare in termini di riutilizzo delle materie prime.
Stiamo parlando della gamma YaraSuna, presentata a Bologna lo scorso 25 giugno e composta da 6 prodotti organici e organo-minerali (consentiti in agricoltura biologica) con una specifica formulazione in micropellet e alto contenuto di C organico, attorno al 30%: «da una parte il Green Deal Europeo ci chiede un’agricoltura a minori input con soluzioni sempre più efficienti e sostenibili e dall’altra la degradazione dei suoli, con il rischio di desertificazione anche nelle aree rurali, è una criticità reale per l’area mediterranea, Italia compresa – ha detto durante la presentazione Carlo Alberto Antoniazzi, Sales & Technical Manager presso Yara Italia.

Questo ci ha spinto a creare sei nuovi fertilizzanti con un contenuto elevato di C organico, che a livello agronomico ricopre ruoli fondamentali, tra cui la capacità di migliorare l’assorbimento radicale delle piante, essere fonte di nutrienti per i microrganismi, aumentare la solubilità e disponibilità di nutrienti e mitigare gli effetti degli stress».
Immagazzinato in un determinato volume di suolo, il C organico, oltre a rappresentare un importante indice di qualità, ne esprime anche la capacità di sequestrare CO2 dall’atmosfera.

 

La sostanza organica di base dei fertilizzanti YaraSuna – tutti caratterizzati dalla R iniziale di «Rigenerativa» (Rinnova, Ritmo, Rigoglio, Riflora, Rigenera e Riserva) – è rappresentata da una miscela di letame bovino, equino e avicolo, soggetta a un lungo periodo di fermentazione naturale che permette di ottenere una matrice dalle spiccate qualità agronomiche. Il processo produttivo non prevede l’uso di forni di essiccazione né durante le fasi di umificazione né durante la fase di pellettatura.

Sperimentazione in campo presso il CER

Il concetto di salvaguardia della salute del suolo è in linea con l’utilizzo di questa tipologia di fertilizzanti poiché la loro applicazione consente di aggiungere carbonio, che aiuta a contrastare l’esaurimento della sostanza organica nel terreno: «ed è appunto uno dei temi centrali dell’agricoltura rigenerativa, un nuovo approccio che ci vede impegnati con lo Yara Regeneration Knowledge Center, progetto internazionale – ha spiegato Giorgia Cocolo, Agronomy Operation & OF/OMF Specialist presso Yara Italia – che mira sia a verificare le soluzioni di Yara, sia a raccogliere dati su diversi indicatori di agricoltura rigenerativa».
In Italia è il Consorzio CER (Canale Emiliano Romagnolo) con ACQUA CAMPUS ad ospitare le prove in campo dello Yara Regeneration Knowledge Centre, nello specifico una sperimentazione che mette a confronto su pomodoro da industria e grano tenero piani di concimazione convenzionali con altri “rigenerativi”, che comprendono sia la gamma YaraSuna sia fertilizzanti delle altre linee, tra cui YaraMila, YaraTera, YaraVita e YaraBela.

Campo prova dedicato alla sperimentazione pomodoro da industria

«L’obiettivo finale della sperimentazione, per la quale ci siamo dati un orizzonte temporale di almeno 5 anni – ha spiegato Cocolo – è di individuare le strategie più efficaci per migliorare parametri agronomici come la NUE (efficienza d’uso dei nutrienti), la WUE (efficienza d’uso dell’acqua), l’emissione di ammoniaca, l’impronta carbonica e l’attività dei microrganismi, senza dimenticare i parametri economici, quindi il ritorno sull’investimento per l’agricoltore che sceglie di puntare sulle nostre strategie di fertilizzazione rigenerativa».

Dispostivo Easyfeed di Yara in campo

Le prove in corso si avvalgono anche di ulteriori tecnologie come i sistemi di supporto alle decisioni Irriframe e Fertirrigo del CER e Easyfeed, un dispositivo esclusivo di Yara che si abbina al sistema di fertirrigazione aziendale e che è in grado di razionalizzare l’impiego e efficientare la solubilizzazione dei fertilizzanti.

Lorenzo Andreotti