Nonostante le conseguenze legate ai cambiamenti climatici e le emergenze fitosanitarie che stanno caratterizzando sempre più gli andamenti stagionali e le produzioni ortofrutticole, il fatturato 2018 del Gruppo Apo Conerpo, nel 2018, ha registrato una sostanziale tenuta fissando l’asticella a 717 milioni di euro, -2,5% sull’anno prima ma +2,3% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Proprio le conseguenze dei cambiamenti climatici e le emergenze fitosanitarie sono alla base della minor produzione che ha interessato la principale Organizzazione europea di produttori di ortofrutta fresca, che sempre nel 2018 ha dovuto incassare un -6,47% su scala nazionale e un -6% in Emilia Romagna, dove peraltro si concentra la maggior base sociale del Gruppo.
Scenari futuri
I dati sono stati illustrati nei giorni scorsi a Bologna durante l’annuale conferenza stampa nel corso della quale Davide Vernocchi (al centro nella foto a sinistra), presidente di Apo Conerpo, ha fornito i numeri della produzione targata 2018 senza tralasciare alcune considerazioni in ordine all’attuale situazione del settore ortofrutticolo italiano che, ha sottolineato, «non è bersagliato solamente dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, dalle emergenze fitosanitarie, è anche al centro delle complesse vicende legate ai dazi, ai consumi, alla riforma della Pac, ai disciplinari di produzione, tutti elementi intrecciati tra loro che richiedono da parte nostra interventi precisi ed efficaci ma anche immediati, se vogliamo continuare a salvaguardare il comparto e a garantire redditività alle 6.000 aziende associate».
Ricerca, sostenibilità, promozione dei consumi, impulso all’export. Sono questi gli aspetti su cui Apo Conerpo intende concentrarsi, partendo proprio dalla ricerca, nei confronti della quale il Gruppo ha stanziato 10 milioni di euro per i prossimi 5 anni, e indirizzata alla scoperta dei prodotti più innovativi in materia di difesa colturale, senza tralasciare l’individuazione di nuove tecnologie e strategie per lo stoccaggio delle produzioni e, certamente non ultime, le varietà colturali «che devono essere sempre più resilienti alle avversità climatiche, resistenti ai patogeni e rispondenti alle richieste del mercato», ha puntualizzato ancora Vernocchi.
Utili in crescita
Entrando nel dettaglio dei numeri che hanno caratterizzato il 2018 sia in termini produttivi che di valore, il conferimento da parte dei soci ha raggiunto 998.300 tonnellate di prodotto (-6,47%) a cui si devono aggiungere 22.900 tonnellate di frutta e 44.834 di ortaggi e patate acquistate dalle cooperative socie. «Pur in un contesto particolarmente complesso – ha affermato il vicepresidente Roberto Cera – siamo riusciti ad attuare una serie di interventi che ci hanno permesso di chiudere l’anno con un avanzo di gestione, consentendoci di erogare ai soci un ristorno di 400.000 euro, pari a un +30% rispetto all’anno precedente. Questo non ci ha impedito di chiudere l’esercizio con un utile netto di 171.000 euro, +42% sul 2017, rafforzando ulteriormente il patrimonio aziendale arrivato a oltre 27 milioni di euro». A questo va aggiunto che nonostante il trend nazionale e regionale in diminuzione rispetto alle superfici coltivate, per Apo Conerpo il 2018 ha registrato una tenuta, incassando addirittura un aumento dell’1% per un totale di 31.400 ha.
Preoccupazioni e strategie
«Al di là dei numeri che tutto sommato ci confortano – è stata la riflessione di Davide Vernocchi – numerosi sono gli elementi di preoccupazione. Primi fra tutti gli effetti dei cambiamenti climatici che abbiamo vissuto anche in questa prima parte dell’anno. Al momento possiamo parlare solo di stime, ma calcoliamo che nel comparto delle ciliegie, a fronte di una commercializzazione che mediamente oscilla sui 25.000 quintali, quest’anno difficilmente si supereranno i 15.000. Per quanto riguarda i piselli, nella sola provincia di Piacenza si prevede una produzione dimezzata rispetto a quella dello scorso anno, per non parlare del pomodoro, che a causa della piovosità e delle basse temperature registrate in maggio vede seriamente compromessa tutta la programmazione produttiva».
Gruppo di riferimento a livello nazionale di molti prodotti ortofrutticoli, Apo Conerpo rappresenta circa il 22% dell’intera superficie italiana investita a piselli, il 19% di quella coltivata a pere, il 14% per i kaki, l’11% per i kiwi, il 9% per le nettarine, l’8% per le susine, quasi il 7% per i pomodori. «Purtroppo dobbiamo confrontarci con produzioni straniere, greche e spagnole in primis – ha detto Vernocchi – che arrivano sui mercati esteri a prezzi molto più bassi dei nostri e non per una loro migliore capacità commerciale, semplicemente perché i loro costi di produzione sono inferiori: un gap che si può superare solo con una competitività giocata ad armi pari». Una considerazione che fa il paio con i nuovi assetti europei e la riforma della Pac. «Ho una speranza – ha concluso – quella di pensare all’Europa come a un organismo che ci accompagna, anziché ostacolarci».
Anna Mossini
Per ulteriori informazioni: www.apoconerpo.com