Un bilancio solido, nonostante i conferimenti ridotti e le difficoltà registrate nel 2019 dal comparto ortofrutticolo: è il profilo di un sistema efficace ed efficiente quello che emerge dal bilancio di Apo Conerpo, organizzazione di produttori di ortofrutta fresca con sede a Villanova di Castenaso (Bologna) e che riunisce 50 cooperative e 6.000 soci in tutto il Paese, la maggior parte in Emilia-Romagna.
«Nonostante una riduzione dei conferimenti del 10,6% rispetto all’anno precedente – commenta il presidente di Apo Conerpo, Davide Vernocchi – a causa delle precipitazioni anomale del maggio 2019 e dei danni causati dalla cimice asiatica, il volume d’affari del Gruppo nel 2019 è calato di appena 4,4 punti percentuali e siamo riusciti a incrementare del 10% il ristorno ai soci». Dal punto di vista produttivo, il 2019 è stata infatti un’annata difficile.
«Apo Conerpo – spiega Vernocchi – lavora e commercializza per oltre il 90% il prodotto dei propri soci, e gli acquisti da terzi sono meno del 10%. Lo scorso anno abbiamo avuto un conferimento di 311.919 tonnellate di frutta, 71.319 tonnellate in meno rispetto al 2018, un saldo negativo del 18,6% mentre per gli ortaggi siamo arrivati a 580.020 tonnellate, 35.048 tonnellate in meno del 2018, pari al 5,6% in meno».
«In questo quadro di particolare situazione produttiva – prosegue il presidente – abbiamo sofferto una forte concorrenza sui mercati esteri e nel canale dei mercati tradizionali nazionali mentre, grazie all’efficace lavoro svolto dalle nostre business unit Alegra, Naturitalia, Valfrutta Fresco, Brio e Opera nel ricercare gli sbocchi di collocazione del prodotto a maggior valore aggiunto, si è riusciti invece ad aumentare significativamente le quote di prodotto collocate presso la grande distribuzione con un +7,4 a volume e un risultato quasi doppio, +13,62%, a valore».
Le gelate del 2020
Il sistema, quindi, ha retto solidamente l’urto di un 2019 ricco di difficoltà ed è pronto ad affrontare le grandi sfide del 2020.
«Speravamo che la produzione dimezzata di pere del 2019 – commenta Vernocchi – fosse un’anomalia quasi irripetibile: purtroppo lo scenario e le prospettive che ci hanno lasciato le gelate di fine marzo è ancora peggiore. In Emilia-Romagna stimiamo una contrazione della produzione del 75% per la frutta estiva, con picchi di oltre il 90% per le albicocche e valori non distanti per pesche e nettarine, un raccolto di pere in crescita rispetto al 2019 ma purtroppo ancora il 30% più basso rispetto a un anno normale e sono attesi volumi molto ridotti anche per il kiwi».
«Al di là degli strumenti che possiamo mettere in campo come Apo Conerpo – conclude Vernocchi – serve un intervento pubblico di vasta scala. A partire da una completa riforma della legge 102 sullo stato di calamità, oggi del tutto inadeguata e con parametri insostenibili dalla produzione agricola: il mondo e il clima stanno cambiando, gli strumenti di difesa e di tutela devono fare altrettanto o intere filiere scompariranno, con un impatto socio-economico inimmaginabile. Apo Conerpo continuerà a lavorare con la tenacia e l’abnegazione di sempre per affrontare questo quadro drammaticamente complesso, ma non possiamo farlo da soli».