«La qualità deve essere remunerata» è un concetto che a prima vista può risultare ovvio, ma se viene calato nel comparto cerealicolo assume un significato preciso, che responsabilizza tutti gli attori della filiera, a partire da chi semina per arrivare a chi trasforma.
«La collaborazione tra Barilla e Gruppo Agroservice va esattamente in questa direzione, prevedendo importanti investimenti per lo sviluppo di nuove varietà di grano duro per la pasta e attività di ricerca innovative di lungo termine». Queste le parole con cui Rolando Maglione, responsabile acquisti Grano Duro Nord Italia per Barilla, ha aperto l’incontro organizzato dal Gruppo Agroservice lo scorso 25 maggio presso l’Az. Agr. Massarenti di Molinella (Bologna). Barilla è stata la prima azienda, oltre trenta anni fa, ad avere investito sullo sviluppo di nuove varietà di grano duro. Risale al 1989, infatti, la collaborazione con Produttori Sementi Bologna (PSB), acquisita nel 2022, proprio dall’azienda sementiera di Macerata.
Silvia Morelli, di Barilla, ha fatto il punto sui diversi progetti mirati alla coltivazione sostenibile del grano duro: «che vedono nei sistemi di supporto alle decisioni come Granoduro.net, sviluppato da Horta, degli strumenti fondamentali. Inoltre, assieme al CNR, all’interno del progetto AGROSAT+, abbiamo sviluppato la app GranoScan che, partendo da una semplice foto scattata da smartphone o tablet, può essere di supporto all’agricoltore nell’identificare le principali avversità del grano e dunque aiutare nella decisione degli interventi». Granoduro.net – ha ricordato Matteo Ruggeri di Horta – è stato scelto da Barilla per la produzione di oltre 370.000 tonnellate di grano duro di qualità nel 2020, mentre Piero Toscano e Riccardo Dainelli, del CNR, hanno evidenziato come GranoScan riesca ad individuare 36 infestanti, 26 tipi di insetti e 20 patologie. Può dunque essere considerato uno strumento di diagnosi iniziale, così da individuare prontamente eventuali anomalie e determinare la necessità di un intervento.
Nuovi orizzonti per il Gruppo Agroservice
«Con l’acquisizione del 100% di PSB il 31 gennaio scorso è terminata una fase di transizione molto importante per la nostra azienda – ha detto il presidente del Gruppo Agroservice Tommaso Brandoni – che ci porta ad avere oggi una quota di mercato del 35% per il grano duro».
Con lo slogan «un seme che nasce, una vita che inizia…» Nino La Magna ha presentato i marchi del Gruppo: Isea, Psb, Veneto Sementi, VerdiTerre – LE FARINE Srl e ha sottolineato i prossimi passi: «la nostra azienda vanta oggi un gruppo di Ricerca, due poli produttivi e 45 dipendenti. Gli obiettivi commerciali si concentreranno sulle filiere dedicate all’industria di prima e seconda trasformazione, all’incremento del mercato del seme tecnico e al consolidamento del mercato del seme commerciale.
A San Severino Marche (Macerata) manterremo la produzione di sementi per le filiere del duro per il Centro Sud, avena, triticale, farro e leguminose mentre l’acquisizione di PSB e la conseguente disponibilità del polo produttivo di Argelato (BO), dedicato a grano tenero, duro per il Nord e orzo, ci permetterà di potenziare le attività di ricerca su questi cereali. Un primo importante risultato – continua La Magna – è stato l’inserimento in esclusiva nel contratto di coltivazione di Barilla del grano duro Intenso, una nuova varietà di ciclo lungo, taglia medio-elevata, rustica ed adatta alla coltivazione nelle zone fresche e fertili. È caratterizzata da buona resistenza all’allettamento e buona tolleranza a Fusarium spp ed all’accumulo di DON, che la rende particolarmente adatta alla coltivazione in Pianura Padana».
La giornata è proseguita con le visite ai campi sperimentali delle varietà di grano duro e tenero, dove oltre ad Intenso è stato possibile vedere le varietà di duro Amarcord e Felsina.
Lorenzo Andreotti