Lo scorso 3 agosto è stato firmato dal Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio il decreto che istituisce il marchio identificativo del regime di qualità “Prodotto di montagna”.
“Tutelare i prodotti di montagna – afferma il ministro Gian Marco Centinaio – vuol dire premiare il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese che contribuiscono a tenere viva l’economia del nostro Paese. Questo vuol dire anche riconoscere il valore sociale, ambientale e turistico di queste aree. Con questo marchio, inoltre, sempre nell’ottica della maggiore trasparenza e tracciabilità, sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere queste produzioni Made in Italy“.
Il logo può essere utilizzato sui prodotti previsti dal regime di qualità omonimo. L’indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna” è riservata alle materie prime che provengono essenzialmente dalle zone montane e agli alimenti trasformati, nel caso in cui la trasformazione, la stagionatura e la maturazione hanno luogo in montagna.
“È un passo importante per assicurare la riconoscibilità di questi prodotti dalle caratteristiche qualitative eccezionali – ha detto il direttore de L’Informatore Agrario Antonio Boschetti, che ha moderato il convegno sul “valore aggiunto dei prodotti di qualità e di montagna per lo sport e per l’ambiente” organizzato sabato 11 agosto a Farra d’Alpago dalla Regione Veneto in collaborazione con L’Informatore Agrario e Ven.Lat. “Speriamo che anche la nuova Pac guardi con maggior attenzione ai territori montani – ha aggiunto Boschetti – i produttori che operano in queste località vanno sostenuti, sia perché rappresentano migliaia di piccole aziende, e di conseguenza posti di lavoro, sia per il ruolo di salvaguardia ambientale e idrogeologica, sia, infine, perché modellano un paesaggio fonte di importante attrazione turistica”.
Stando ai dati della Fondazione Montagne Italia, l’agricoltura montana vale in Italia 9,1 miliardi di euro e, dal 2011 al 2016, ha registrato nelle province alpine un aumento dell’occupazione di settore pari al 10%.