Robot di mungitura, la sostenibiltà dipende anche dal benessere della stalla

Tra le numerose tecnologie, sempre in aumento, che ci vengono proposte nel vortice di uno sviluppo tecnologico sempre crescente, una delle più «tradizionali» è il robot di mungitura. Comparso sulla scena nel 1992, a oggi si stimano installati al mondo circa 50.000 robot. Anche in Italia il robot sta guadagnando terreno, soprattutto sugli allevamenti medio piccoli (oggi siamo circa al 10% degli allevamenti).

Da un’intervista, fatta da Granarolo ai suoi conferenti nel 2021, è emerso che circa il 10% di essi avevano intenzione di implementare il robot nei 5 anni successivi; quindi, la potenzialità di aumento è notevole. Questo interesse è reso ancora maggiore dalla crescente crisi nel reperimento di manodopera.

Inoltre la tecnologia risulta particolarmente attraente per i giovani, quindi la robotizzazione risulta un punto di forza per le aziende familiari che, attraversando il delicato periodo del cambio generazionale, devono motivare i giovani a restare in azienda per continuare e speriamo, sviluppare, l’attività iniziata da genitori e nonni, rendendola più moderna e attraente.

Il robot di mungitura potenzialmente è una scelta sostenibile. Ma perché davvero lo sia devono realizzarsi contemporaneamente i 4 punti analizzati di seguito:

  • equilibrio reddituale e finanziario
  • competenza ed esperienza della manodopera
  • nutrizione di precisione
  • benessere e sanità

Vediamo di seguito in dettaglio l’importanza del fattore benessere.

Benessere e sanità della stalla

Jim Salfer (Minnesota University) documenta che la mungitura robotizzata inizia con un’eccellente transizione. Alto livello di benessere e nutrizione perfette nel preparto generano vacche fresche sane e attive, più disponibile alle visite al robot, con una maggiore produzione per visita e una maggiore ingestione di Pmr.

È fondamentale che la vacca inizi la lattazione in piena salute e, nell’aumento di produzione che caratterizza l’inizio della lattazione, cerchi e sia abituata a mungiture frequenti.

Risulta decisivo evitare sovraffollamento e competizione: le vacche dominanti infatti influiscono sull’accesso all’unifeed di tutte le altre, ma incidono anche sulla frequenza di mungitura. Il sovraffollamento è infatti una sfida ancor più grossa nelle stalle robotizzate.

Da uno studio di Bach e Cabrera (2017) risulta che il robot rafforza il comportamento individualistico delle vacche dominanti a scapito delle vacche subordinate. Le vacche dominanti passano più tempo a mangiare, scelgono per prime le cuccette e riducono il tempo di mungitura a disposizione degli altri animali. Le primipare sono sempre il gruppo che soffre maggiormente. Per questo è utile, con il robot, raggruppare gli animali per parto, in modo da diminuire la competizione.

Tutti i fattori di benessere che minimizzano il sovraffollamento sono ancor più importanti perché massimizzano l’ingestione favorendo la movimentazione. Si è visto per esempio che ogni 10 cm in più di spazio in greppia (media 64 cm) le aziende producevano 300 g di latte in più.

Inoltre maggior spazio alla greppia riduce i tempi di stazionamento in piedi delle vacche in attesa di raggiungere il cibo migliorando di conseguenza la salute podale. Infatti, uno dei fattori che condiziona maggiormente la frequenza di mungitura è la salute podale. I pareggi costanti e programmati, e la prevenzione in generale, sono una delle chiavi del successo. Bagni podalici, effettuati con competenza e metodo sono fondamentali. I costi di una zoppia possono andare da 300 a 500 euro per caso, ma è possibile che in un allevamento robotizzato possa arrivare anche a livelli superiori perché impatta anche sulla frequenza di mungitura.

Altro fattore decisivo è l’ottimizzazione della gestione delle cuccette e dei raschiatori per una pulizia perfetta: nelle mandrie con la mungitura convenzionale, i mungitori possono regolare le loro procedure di preparazione delle vacche. Se una singola vacca entra molto sporca, si può usare del tempo extra.

Il robot ha una sola routine di mungitura e le tettarelle vengono attaccate sempre allo stesso modo indipendentemente dalla pulizia. Inoltre non essendoci più un momento unico in cui gli animali vanno in sala di mungitura, è necessario trovare una soluzione percorribile per una pulizia che deve essere ottimale.

Quindi la manutenzione della cuccetta deve essere eseguita più frequentemente per garantire igiene. Altrettanto importante è l’efficienza del numero dei passaggi dei raschiatori per rendere ottimale l’ambiente.

Infine, va sottolineata l’importanza della prevenzione sanitaria. Accorgersi per tempo di problemi comportamentali o sanitari e intervenire è decisivo per avere sempre un ottimo risultato sul numero delle mungiture, le relative produzioni e la qualità del latte.

Attenzione va posta all’autocontrollo, che rilevi tempestivamente eventuale presenza di batteri contagiosi. Gestire la qualità del latte può essere più impegnativo, specialmente la gestione degli organismi contagiosi. Una conta cellulare elevata può essere più difficile da risolvere rispetto alla mungitura tradizionale.

Sorvegliare i dati del robot (tanti e molto interessanti), saperli leggere e interpretare correttamente è molto importante.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte  n. 6/2024
Come il robot di mungitura diventa un investimento di successo
di M. Campiotti