Le associazioni bieticole custodiscono decenni di storia della coltivazione della barbabietola da zucchero. Nel tempo hanno saputo rappresentare le istanze e le aspettative di migliaia di aziende agricole. Con loro è nata una schiera di imprenditori specializzati.
«Il legame con gli imprenditori agricoli è tuttora fortissimo», spiega Gabriele Lanfredi, presidente della Confederazione dei bieticoltori-CGBI che riunisce le principali associazioni bieticole, sottolineando il know-how acquisito nelle moderne relazioni tra agricoltura e industria, nei contratti di coltivazione e nell’organizzazione dei conferimenti, offrendo alle imprese un’assistenza tecnica specialistica, professionale e fortemente innovativa.
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«Le nostre competenze si sono estese negli ultimi quindici anni al settore biogas e poi al biometano con l’implementazione del progetto “Agri.Bio.Metano”, mettendo così a valore l’esperienza maturata nella produzione di energia elettrica da biogas, infatti – racconta il presidente CGBI – siamo stati i primi nonché gli unici in Europa a destinare a fini energetici tutto il sottoprodotto della barbabietola da zucchero (le polpe surpressate), raddoppiandone il valore di mercato e trasferendolo ai soci».
La Confederazione dei bieticoltori, con 5.200 aziende agricole associate, ha consolidato la propria presenza nel comparto agro-energetico italiano realizzando 23 impianti biogas.
«Si posiziona tra i principali player del ramo per efficienza produttiva e innovazione nei servizi, qualificando sempre di più l’offerta – precisa – con “Agri.Bio.Metano, le 22 società costituite quali promotrici degli impianti e i primi cantieri già avviati, vogliamo essere un punto di riferimento per aziende agricole e operatori del settore».
Presenza capillare sul territorio
La forza di questo progetto passa attraverso il modello delle società agricole consortili, la presenza capillare sul territorio delle cooperative aderenti a CGBI e i servizi di consulenza avanzata proposti dalla società partner Bio.Methane.Hub a supporto dell’intera filiera, che includono la fornitura di biomasse e sottoprodotti certificati come sostenibili, l’assistenza completa nella progettazione, realizzazione e gestione dei nuovi impianti, l’orientamento agli investimenti.
«Continuiamo a distinguerci quali interlocutori privilegiati per garantire conformità ed efficienza agli impianti ma anche redditività agli allevatori e agricoltori coinvolti – conclude il presidente CGBI – concorriamo allo sviluppo di un sistema produttivo più sostenibile, riducendo le emissioni in atmosfera e sostituendo il 70% del concime chimico con nutrienti organici facilmente assimilabili dalle piante, sfruttando ciò che rimane dal processo di lavorazione del biometano agricolo. In ottica di economia circolare, tutto ritorna alla terra».