Siamo a inizio febbraio, le colture sono ancora in uno stato di relativa quiescenza, ma è già tempo di definire e organizzare il cantiere di raccolta e stoccaggio dei foraggi primaverili.
Il primo taglio a primavera va infatti pianificato con largo anticipo. I lavori di sfalcio, appassimento in campo, raccolta e allestimento del silo si svolgono in un periodo di elevata incertezza meteorologica (solitamente le prime due decadi di aprile).
In questa parte della stagione, gli intervalli di bel tempo per condurre con successo il cantiere di parziale essiccazione in campo e di stoccaggio dei foraggi sono generalmente pochi e di breve durata. In più, il momento ottimale per il taglio si concentra in pochi giorni del ciclo colturale (7- 10 giorni a seconda delle colture foraggere), quindi perdere il momento ottimale di raccolta significa compromettere in parte l’intera stagione.
Il ritardo nella raccolta primaverile dei foraggi implica un conseguente ritardo nella semina delle colture estive in successione (specialmente il mais) nel caso degli erbai invernali o il ritardo nei tagli successivi nel caso delle foraggere poliennali. In ogni caso, il risultato è una perdita consistente di qualità nutrizionale e di efficienza in stalla.
Per questi motivi l’organizzazione del cantiere di raccolta diventa di fondamentale importanza e la pianificazione va effettuata per tempo, anche prevedendo di avvalersi in maniera sostanziale dei servizi delle imprese agro-meccaniche. Avere a disposizione foraggi di altissima qualità significa poter gestire con molta più flessibilità le razioni per le vacche a elevata produzione, rispettando la fisiologia e il benessere degli animali.
Inoltre, se i foraggi sono di altissima qualità si possono utilizzare in grandi quantità in razione, valorizzando maggiormente i concentrati complementari somministrati, senza dover eccedere nel loro impiego e rischiare di favorire l’insorgere di patologie nutrizionali legate a un insufficiente apporto di fibra nella dieta.
Nella pratica aziendale, le domande più frequenti riguardano cosa significhi avere a disposizione un foraggio di qualità eccezionale, quali siano le foraggere che più di altre possono garantirci i migliori risultati e come gestire il cantiere di raccolta e conservazione e il conseguente utilizzo in razione.
Per le esigenze delle lattifere di oggi l’obiettivo primario è quello di produrre foraggi che abbiano sul chilo di sostanza secca la massima concentrazione possibile di energia e proteina e un ridotto contenuto in fibra, molto digeribile, capaci al tempo stesso di soddisfare una quota importante dei fabbisogni nutrizionali degli animali e di supportare in maniera ottimale la funzionalità del rumine.
Tratto dall’articolo pubblicato nell’inserto de L’Informatore Agrario n. 04/2025
Dal taglio primaverile un foraggio di altissima qualità
di E. Tabacco, F. Ferrero, G. Borreani, L. Comino
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario