Il caro-carburanti torna a scuotere le campagne italiane, mettendo sotto pressione soprattutto i distretti cerealicoli e aggravando, in prospettiva, i costi per l’irrigazione, con i motori a gasolio che restano spesso l’unica risorsa.
I numeri dell’aumento
Sulla piazza di Milano, Monza, Brianza e Lodi il listino camerale del gasolio agricolo si è portato, il 22 gennaio scorso, a quota 1,11 euro/L, ma era già aumentato in occasione della seduta dell’8 gennaio, la prima del 2025. Movimenti che da inizio anno hanno determinato un rincaro di quasi il 10%.
Le cause dei rincari
Diverse le motivazioni alla base di questi andamenti. Come accennato, le fluttuazioni nei mercati energetici internazionali hanno determinato un incremento dei costi dei prodotti petroliferi raffinati, con effetti a cascata sugli utilizzatori finali, aziende agricole comprese. A pesare è anche l’obbligo di miscelazione con biocarburanti che ha comportato spese aggiuntive per rivenditori e gestori. C’è poi la componente fiscale, che contribuisce a mantenere alti i prezzi finali.
Si temono impennate dei prezzi
Per Coldiretti il caro carburanti non è solo un problema strettamente connesso ai costi aziendali.
Ci sono anche le implicazioni sull’export agroalimentare, con quasi il 40% dei cibi e delle bevande made in Italy che viaggiano su strada per raggiungere una meta estera.
I prezzi del petrolio, nel frattempo, dopo qualche aggiustamento seguito ai picchi di metà gennaio, potrebbero segnare nuovi rialzi, in una fase soggetta ad alta volatilità che non si esclude possa protrarsi per settimane o mesi.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 04/2025
Aumentano i prezzi dei carburanti
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