In un dibattito in Parlamento europeo, la settimana scorsa esponenti tedeschi del Partito popolare hanno accusato la Commissione di finanziare le ong per «interferire» nel processo decisionale.
Il commissario al bilancio Piotr Serafin (anche lui del Ppe) ha fatto allusione a pratiche «inappropriate» di «alcuni servizi della Commissione» per «obbligare le ong a fare pressioni sui membri del Parlamento europeo».
Lo stesso giorno, il quotidiano conservatore olandese De Telegraaf riferiva di documenti in cui la Commissione chiedeva alle ong di «indirizzare il dibattito con gli agricoltori su posizioni verdi ». «Sembra essere tutto orchestrato da una coalizione verde guidata da Timmermans », ha detto al quotidiano Dirk Gotink, eurodeputato del partito populista olandese NSC, anch’esso affiliato al Ppe.
Il caso
Vedremo se emergeranno irregolarità. Ma la sintonia tra Timmermans e ong non è un segreto, è stato il cruccio dei lobbisti di Bruxelles per 5 anni. Nel mandato 2019-2024 questo approccio è diventato metodo e norma del Green Deal con il capogabinetto di Timmermans, l’ex direttore di Greenpeace Olanda, Diederick Samson.
Così, «le ong hanno avuto un peso politico e un accesso alle informazioni della Commissione senza precedenti, arrivavano sempre prima di noi», ci racconta un lobbista dell’agroindustria.
Il contesto
Il sistema di finanziamento sotto accusa è in realtà il programma Life, che ha una linea di finanziamento da circa 15 milioni l’anno per stimolare il dialogo con la società civile sui temi ambientali. Da decenni se ne servono varie ong.
A inizio dicembre, pochi giorni dopo l’insediamento ufficiale della Commissione von der Leyen bis, l’Esecutivo UE ha inviato una lettera a una trentina di ong beneficiarie, annunciando il taglio delle risorse. Le ong sono insorte, rivendicando il ruolo di contrappeso rispetto ad altri interessi costituiti che hanno budget multimilionari per influenzare le decisioni prese dall’UE.
Il dibattito
Von der Leyen è impegnata da mesi in una silente e caparbia riscrittura della sua biografia politica, per cancellare formule da lei stessa introdotte nell’agenda europea, come Green Deal e Farm to Fork. Di questo colpo di spugna fa parte il taglio dei fondi alle ong.
Il suo partito, il Ppe, la sta aiutando a respingere le accuse di essere antidemocratica, e – come successo in passato – affibbia a Timmermans, corresponsabile di fasti e miserie del Green Deal, ma ora lontano da Bruxelles, il ruolo di comodo parafulmine.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 04/2025
Von der Leyen «scarica» le ong; Timmermans diventa capro espiatorio
di A. Di Mambro
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