L’Ue avrebbe pagato segretamente gruppi ambientalisti per promuovere i piani verdi dell’ex commissario Frans Timmermans. A sostenerlo è un’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf che cita contratti riservati, tra cui uno da 700.000 euro per «orientare il dibattito sull’agricoltura».
Per anni la Commissione Ue ha sovvenzionato «lobby ecologiste» per fare pressioni a favore del Green deal: «Alle organizzazioni – denuncia il De Telegraaf – sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri». Bruxelles avrebbe utilizzato denaro proveniente da un fondo multimiliardario.
Stando al quotidiano olandese, Bruxelles avrebbe «utilizzato denaro da un fondo per sussidi climatici e ambientali da miliardi di euro» per finanziare una «lobby ombra» al fine di portare le politiche green in cima all’agenda europea. Tra gli esempi riportati nell’inchiesta vi è una campagna a favore della contestata Nature Restoration Law, fortemente voluta da Timmermans, e che sarebbe stata «promossa da un’organizzazione coordinata di 185 associazioni ambientaliste».
Coldiretti: la notizia non ci sorprende
«Pretendiamo trasparenza e chiediamo che la Commissione europea faccia chiarezza sul caso Timmermans. Per anni sono stati criminalizzati i produttori agricoli e i coltivatori diretti di tutta Europa come il male assoluto, ergendo alcune delle associazioni ambientaliste più importanti a giudici di un tribunale della storia che pretendeva di condannarli, in particolare quelli italiani» hanno commentato il Segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo e il presidente Ettore Prandini.
«L’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf non ci sorprende, ha svelato ciò che avevamo denunciato con fermezza già anni fa sollevando ripetutamente dubbi su presunti conflitti di interesse. Se quanto emerso dovesse essere confermato, la verità è che abbiamo sempre avuto ragione nel sostenere che dietro il Green Deal di Timmermans si nascondeva un’agenda politica a senso unico, capace solo di favorire interessi di parte e non di garantire l’equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la necessità di proteggere la nostra agricoltura, infliggendo gravi danni alle filiere agricole in nome di un ambientalismo ideologico. Già dal 2021 – continua il commento – Coldiretti è stata la prima e l’unica a denunciare l’imbroglio verde e come più volte dietro questi processi di falso ambientalismo ci potesse essere ben altro».
Drei (Fedagripesca): Green deal in stand-by
«Se venisse confermato quanto rivelato dall’inchiesta, avremmo la riprova che non siamo stati nel torto in questi anni quando abbiamo scelto di opporci con fermezza a una serie di decisioni politiche e proposte normative provenienti da Bruxelles a dir poco dissennate, che tanto duramente hanno colpito nella passata legislatura gli agricoltori europei». Così il Presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei. «In attesa che si faccia chiarezza sul caso – conclude Drei – lanciamo ora un appello alla nuova Commissione e ai nuovi parlamentari europei affinché le proposte normative del Green Deal vengano tutte messe in stand-by. È opportuno rivedere attentamente e rivalutare tutte le scelte passate che impattano pesantemente sulla sostenibilità economica di molti comparti agricoli, in particolare quelli delle aree mediterranee».