Il porta-attrezzi automatizzato AgBot realizzato dal costruttore olandese AgXeed si propone come soluzione alternativa ai tradizionali trattori con operatore a bordo. L’obiettivo è sollevare le aziende agricole da lavori monotoni e ripetitivi ma anche ridurre il compattamento del suolo grazie a cantieri di lavoro più leggeri. Abbiamo visionato il modello a cingoli da 156 CV di potenza nell’operazione di preparazione del letto di semina.
Il porta-attrezzi AgBot 5.115T2 è costituito da un telaio portante compatto con sottocarro munito di due cingoli con nastri in gomma e attacco a tre punti sia anteriore che posteriore. il baricentro del mezzo risulta molto basso (circa 40 cm) a favore di una maggiore stabilità in lavoro su terreno libero o con coltura poco sviluppata. La struttura del robot si presenta compatta: larghezza minima 3.000 mm; altezza 2.000 mm e una lunghezza del solo corpo macchina, esclusi i sollevatori anteriori e posteriori, di 2.695 mm. L’esemplare in prova era munito di cingoli da 610 mm di larghezza. Il peso complessivo è di 7.800 kg.
Il robot è composto da un’unità endotermica con motore diesel che aziona la componente elettrogena (100 kWh – 700 V) funzionale a creare la corrente elettrica necessaria per le varie utenze (sotto carro, pdp, sollevatori). Il motore è un Deutz AG TCD 4,1 L4 a 4 cilindri da 4.028 cm³ erogante 156 CV (115 kW) a 2.000 giri/min (coppia massima 610 Nm) conforme alle norme di emissionamento previste dallo Stage V.
Dal punto di vista normativo, è consentito l’utilizzo di cantieri autonomi solamente sotto la supervisione di un operatore, presente nell’area di azione del cantiere di lavoro. L’operatore, oltre a essere dotato di radiocomando (distanza operativa 500 m) può sfruttare mediante applicazione su smartphone o tablet le camere installate sul robot per una visione del lato anteriore e posteriore dello stesso.
AgXeed, azienda con sede a Grubbenvorst (sud-est dei Paesi Bassi, vicino al confine con la Germania) fondata nel 2018, è presente in Australia, Nord America e Nuova Zelanda e può contare su 5 filiali e una cinquantina di importatori sul territorio dell’Unione europea. Per il mercato italiano, la commercializzazione è affidata al Gruppo Rinaldin, con sede a Ponte di Piave (Treviso).
La prova, con le caratteristiche tecniche e le impressioni del tester, è pubblicata sul n. 12/2024 di MAD – Macchine agricole domani.
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