Assistenza tecnica e formazione per la crescita professionale degli olivicoltori calabresi

Olive della cultivar Carolea

Il 19 novembre, a Roccabernarda (Crotone) si è tenuto il seminario di formazione (hub) sull’architettura e sulla gestione della chioma nell’olivicoltura biologica e sostenibile, promosso dalla società cooperativa calabrese Olica.

Il seminario – che rientra nel progetto formativo promosso dal consorzio nazionale Italia Olivicola – ha offerto un’importante occasione di confronto e aggiornamento per gli olivicoltori calabresi ma anche per gli studenti di agraria del territorio.

Tra gli altri è intervenuto Emanuele Scorza, agronomo esperto di olivicoltura, che ha sottolineato l’importanza delle certificazioni di Indicazione Geografica per valorizzare l’olio EVO calabrese. Thomas Vatrano, agronomo esperto di olivicoltura, ha poi parlato della potatura dell’olivo in biologico per la produzione e la qualità dell’olio EVO.

Quindi c’è stata una dimostrazione pratica di potatura con lo stesso Vatrano e Giuseppe Mauro, potatore certificato (certificazione della “Scuola di potatura dell’olivo di Giorgio Panelli”) che hanno illustrato le tecniche di potatura più adatte all’olivicoltura biologica, dimostrando in pratica l’applicazione di queste conoscenze sul campo.

All’hub condotto seguiranno ulteriori due giornate di formazione il 26 e 27 novembre.

Sull’ attività di OP Olica ne parliamo con il presidente  Saverio Caliò che ci sottolinea  “l’impegno di guidare il settore verso un futuro sempre più resiliente, sostenibile e di qualità”.

Saverio Caliò, presidente dell’OP Olica

Presidente Caliò, può illustrarci brevemente la storia e gli obiettivi dell’OP Olica?
L’OP Olica nasce nel 1983 in un comprensorio che investe le tre province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare la produzione olivicola calabrese. Oggi rappresenta 1.441 soci, che coltivano oltre 5.000 ettari di oliveto, principalmente con la cultivar Carolea (nella zona della provincia di Vibo Valentia è diffusa pure la cultivar Ottobratica o Sinopolese). Nel territorio di competenza oltre l’igp Olio di Calabria, si producono le dop Bruzio e Alto Crotonese. I frantoi nei quali vengono trasformate le olive sono ubicati nello stesso territorio e dispongono di moderni impianti di estrazione di tipo continuo a 2 e 3 fasi.

Qual è il vostro mercato di riferimento?
È quello dell’olio di Calabria IGP e dell’extravergine di oliva sfuso, 100% italiano anche biologico . Nel 2023 si è rafforzato il rapporto di partnership con Finoliva, grazie al legame associativo con la AOP Italia Olivicola, consolidando il percorso commerciale e di valorizzazione delle partite di olio sfuso dei soci, avviato nelle campagne precedenti.

Per Olica è importante la logistica?
Gioca un ruolo cruciale nella nostra attività. L’organizzazione dispone di una rete di 10 siti di stoccaggio, dislocati principalmente nelle province di Crotone e Catanzaro, con una capacità complessiva di circa 400 quintali di olio. Questa dislocazione strategica permette di concentrare le partite di olio di qualità sul territorio, facilitando la commercializzazione e creando masse omogenee di prodotto, pronte per essere spedite ai clienti.

Come si è presentata la campagna olivicola?
La campagna olivicola 2023 è stata condizionata dalle condizioni climatiche avverse che hanno influito sulla quantità prodotta, che risulta inferiore alla media. Tuttavia, la qualità dell’olio è stata eccezionale, soprattutto nelle prime fasi della raccolta. La cultivar Carolea, tipicamente alternante, ci ha regalato un prodotto dal gusto fruttato anche se i livelli di acidità sono stati un po’ più alti. Nonostante le sfide affrontate, guardiamo con ottimismo alla prossima campagna, che si prevede favorevole in quantità. La qualità dell’olio è il risultato di un lavoro di squadra, che coinvolge tutti gli attori della filiera, dalla raccolta alla molitura.

Come si inserisce questo seminario nel quadro delle attività dell’OP Olica?
Questo tipo di iniziative sono fondamentali per la crescita dei nostri soci. Investire nella formazione significa migliorare le competenze degli olivicoltori, permettendogli di ottenere produzioni più elevate e di qualità. Inoltre, promuove la diffusione di pratiche agricole sostenibili, in linea con le richieste sempre più pressanti dei consumatori. La formazione si affianca all’assistenza di campo dei soci olivicoltori con 10 tecnici qualificati.

Quali sono le principali sfide che l’OP Olica affronta oggi?
Le sfide sono numerose: dal cambiamento climatico che incide sulla produzione, alla concorrenza di oli di bassa qualità, fino alla necessità di innovare i processi produttivi. Nonostante ciò, continuiamo a investire nell’assistenza e nella formazione dei nostri soci, per migliorare le tecniche produttive e gli approvvigionamenti aziendali e garantire un prodotto sempre più competitivo e di alta qualità.

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