Cala il volume d’uso dei fitofarmaci: –14% della media 2011-2013 rispetto a quella 2020-2022 e l’83,5% dei 2.257 agrofarmaci sul mercato italiano è registrato tra il 2011 e il 2024.
Soltanto l’1% degli agrofarmaci autorizzati prima dell’anno 2000 sono ancora disponibili, ciò dimostra come sia cambiato pressoché totalmente, negli ultimi 25 anni, il panorama dei prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura.
Questa è una delle considerazioni espresse nel terzo report semestrale dell’Osservatorio Agrofarma realizzato in collaborazione con Areté e presentato a Roma il 14 novembre.
Da un anno a questa parte l’Osservatorio fornisce informazioni sullo stato dell’arte del comparto agricolo, nell’ottica – come ha affermato il presidente di Agrofarma Paolo Tassani – «di contrastare, con la forza dei numeri, i falsi miti e le fake news che associano l’utilizzo della chimica in agricoltura a pratiche negative per l’ambiente».
I numeri del mercato degli agrofarmaci
Complessivamente risultano autorizzati in Italia 2.257 agrofarmaci, di cui 347 prodotti consentiti per l’impiego in agricoltura biologica.
Nel periodo 2011-2024 è stato autorizzato l’83,5% degli agrofarmaci attualmente sul mercato in Italia (con una media di 135 nuovi prodotti ogni anno); per i prodotti impiegabili in agricoltura biologica la quota di prodotti autorizzati a partire dal 2011 sale a oltre l’87%.
Esaminando i dati più recenti si scopre che tra il 1° gennaio 2023 e il 10 settembre 2024 è stato autorizzato in Italia un totale di 312 nuovi prodotti fitosanitari.
Di questi, 139 sono fungicidi (45%), 104 diserbanti (33%), 46 insetticidi/acaricidi/feromoni (15%) e 23 prodotti appartengono ad altre categorie (7%, nematocidi, rodenticidi, ecc.).
Già le sole autorizzazioni dei primi 8 mesi del 2024 sono vicine e in alcuni casi superano quelle di tutto il 2023.
Segno che il settore è in continua evoluzione.
L’altro dato significativo del report è che le vendite in Italia di prodotti fitosanitari si sono ridotte complessivamente del 14% in volume tra il triennio 2020-2022 e quello 2011-2013.
Fungicidi ed erbicidi hanno registrato la contrazione più marcata (–16% e –14% rispettivamente).
Anche il confronto 2022 sul 2021 mostra un’evidente riduzione per tutte le categorie di prodotti chimici.
La riduzione delle vendite di prodotti chimici significa un uso ottimizzato delle molecole. Tutto ciò porta al rafforzamento della sicurezza alimentare, con il 99,5% dei campioni con residui al di sotto dei limiti di legge.