Eima International 2024: che aria respireremo tra gli stand?

Simona Rapastella, Direttrice generale FederUnacoma

Tenere alto il livello di un evento fieristico attraversando fasi di mercato altalenanti e una pandemia è un’impresa complicata.

Eima International, l’esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio, che andrà in scena dal 6 al 10 novembre prossimi nel quartiere fieristico di BolognaFiere, sembra avere gli anticorpi per resistere alle tempeste che periodicamente si abbattono sul settore, tanto da presentarsi ai nastri di partenza, di questa 46a edizione, con il tutto esaurito sul fronte degli espositori e, nonostante un mercato della meccanizzazione agricola attualmente in sofferenza in Europa e in molte altre parti del mondo, carica di aspettative per tutti i rappresentanti della filiera: industria, distribuzione, tecnici, istituzioni, mondo della scuola, agricoltori e contoterzisti.

Per capire ancora meglio l’aria che respireremo tra i padiglioni del quartiere fieristico bolognese durante i cinque giorni della manifestazione, abbiamo rivolto alcune domande a Simona Rapastella, direttrice generale di FederUnacoma, la Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura, organizzatrice della rassegna.

Quali sono le principali motivazioni che spingono molti espositori a scegliere Eima International?

L’alta specializzazione della manifestazione, costruita nel corso degli anni, è certamente un punto di forza che piace alle aziende. I 14 settori merceologici e l’ulteriore specializzazione nei 5 saloni tematici offrono un’offerta davvero verticale. Un altro punto fondamentale è il livello contenutistico, ovvero la tecnologia e l’innovazione che segnano il trend dell’industria e che appaiono evidenti anche dalle 150 domande pervenute al nostro concorso per le novità tecniche. Tra i candidati la giuria ha premiato 20 novità assolute e ha riconosciuto 48 segnalazioni.

Come si fa a mantenere viva e a far crescere una manifestazione di questo livello?

Si lavora di strategia; anche noi siamo un’industria che si deve confrontare nel panorama fieristico internazionale con manifestazioni molto importanti ma diverse. Il primo elemento che prendiamo in considerazione è la diversificazione. Dobbiamo mantenere i nostri tratti distintivi: caratura internazionale, specializzazione e contenuto tecnologico e innovativo. Gli espositori e i visitatori torneranno se Eima continuerà ad essere diversa da tutte le altre proposte fieristiche di settore. Dobbiamo presentarci a ogni edizione sempre più attrattivi anche per le nuove professioni che si affacciano al nostro settore e per i giovani.

Eima International è un appuntamento che interessa tutta la filiera della meccanizzazione agricola, dal costruttore all’utilizzatore finale; in mezzo c’è tutto il mondo dei concessionari che sta evolvendo con realtà sempre più strutturate e grandi, capaci di dominare superfici sovraregionali; quali spunti riserva la rassegna per i professionisti della distribuzione?

All’interno della rassegna abbiamo uno spazio che ospita Federacma e Climmar che sono, rispettivamente, le associazioni di riferimento per i concessionari a livello nazionale ed europeo. Vengono proposti seminari, convegni, workshop sui temi caldi del settore della distribuzione, attività di formazione e di divulgazione di concetti sempre più importanti per i concessionari; parliamo di sicurezza, nuove tecnologie, finanziamenti, rapporti con le case costruttrici, interazione con gli istituti scolastici per promuovere le professioni del futuro sempre più ricercate dai dealer. Da due edizioni, grazie all’interlocuzione con il Climmar, abbiamo inoltre attivato un servizio speciale per i concessionari stranieri che preleviamo all’aeroporto di Bologna e portiamo in visita alla rassegna, per facilitare i loro contatti con le aziende espositrici presenti.

Con Eima Agrimach avete esportato il vostro modello fieristico in India; ci sono altre aree del mondo dove pensate di ripetere questa operazione?

Sì, c’è un progetto che però al momento abbiamo congelato in Argentina e precisamente nella zona della città di Mendoza, conosciuta per i suoi vigneti. Si tratta di una parte di mondo molto interessante per la nostra tipologia di meccanizzazione. Siamo in continua interlocuzione con il Ministero dell’agricoltura di quel Paese e quando condizioni politiche ed economiche lo consentiranno ricominceremo a ragionare assieme per costruire un modello di manifestazione adatto a quell’area.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su MAD – Macchine Agricole Domani n. 10/2024
Qualità e verticalità i jolly di Eima International
di M. Limina
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