Gestione del rischio vantaggi e malfunzionamenti

Il Sistema integrato di gestione poggia sull’utilizzo della «domanda automatica» e cioè di un nuovo approccio alla gestione dei fondi comunitari, in virtù del quale l’amministrazione versa a favore dei beneficiari i contributi pubblici sulla base delle informazioni disponibili nelle banche dati ufficiali, detenute dall’amministrazione stessa (ad esempio il Sistema integrato di gestione e controllo della Pac e la Banca dati nazionale della zootecnia).

Nella sostanza, con la «domanda automatica» i controlli sono svolti in anticipo, attraverso una procedura informatizzata di verifica della compatibilità dei dati presenti nelle dichiarazioni degli agricoltori e nelle altre banche dati (piano di gestione individuale del rischio, piano colturale grafico, fascicolo aziendale, certificati di polizze, ecc.).

L’obiettivo è quello di semplificare i procedimenti amministrativi, ridurre le anomalie, mettere a sistema tutte le informazioni (anche attraverso l’interoperabilità delle banche dati), in modo da arrivare ad accorciare i tempi per la concessione dei contributi a favore degli agricoltori

L’obiettivo è quello di semplificare i procedimenti amministrativi, ridurre le anomalie, mettere a sistema tutte le informazioni (anche attraverso l’interoperabilità delle banche dati), in modo da arrivare ad accorciare i tempi per la concessione dei contributi a favore degli agricoltori.

Le linee guida Agea sul Sistema integrato di gestione del rischio mirano ad andare in questa direzione, con un progetto operativo dove sono individuati quattro interventi:

  • il primo è l’integrazione del Piano assicurativo individuale (Pai) all’interno del fascicolo aziendale;
  • il secondo è la ristrutturazione di tutti i servizi per l’acquisizione delle informazioni dalle compagnie assicurative e dai consorzi di difesa, relativamente alle polizze stipulate, alle denunce di sinistro, alle perizie e ai risarcimenti, in modo da verificare automaticamente l’eventuale presenza della sovracompensazione;
  • il terzo intervento è la predisposizione delle infrastrutture e delle procedure necessarie alla presentazione della «domanda automatica», ricorrendo alla precompilazione, con l’utilizzo delle informazioni presenti nelle banche dati esistenti e il controllo preventivo;
  • da ultimo è necessario mettere a punto le procedure per la gestione dell’istruttoria e la liquidazione degli aiuti.

Cosa non ha funzionato

I problemi sorgono quando si passa dal progetto su carta all’applicazione pratica.

Agea, nelle sue dichiarazioni, ha peccato d’ottimismo; ha annunciato un’immediata rivoluzione copernicana, mentre la verità è che per fare andare a regime il sistema probabilmente occorreranno ancora uno o due anni.
Uno dei principali problemi riscontrati è stato il ritardo nell’attivazione del sistema informatico necessario per il Piano di gestione individuale del rischio (Pgir) che ha sostituito il piano assicurativo individuale (Pai). Il Pgir, di fatto, rappresenta il documento indispensabile per la stipula delle polizze assicurative.
Partita la ripresa vegetativa − prima che Agea desse le soluzioni tecnologiche e le codifiche – i consorzi di difesa hanno provveduto a sottoscrivere le polizze con le compagnie assicuratrici. Gli enti consortili ora stanno caricando tali polizze nel sistema, ma non è stato rilasciato nessun Pgir, perché l’applicativo che li riguarda è stato rilasciato solo di recente, cosa che di fatto ha rischiato di bloccare l’attività dei consorzi di difesa e dei Caa. Quindi tutto l’innovativo sistema, con lo schema intelligente di flusso, non si potrà realizzare nel 2024 e i consorzi di difesa dovranno operare fuori schema inserendo i dati nel sistema in modo «manuale». Evenienza per la quale peraltro si erano già preparati.