A seguito dei tragici fatti di Latina, il 3 luglio scorso è stata svolta congiuntamente dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro e dall’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) nelle province di Latina, L’Aquila, Torino, Cuneo, Rieti e Caltanissetta una grande operazione di controllo contro il caporalato in agricoltura e il lavoro irregolare.
«Stiamo attuando ciò che avevamo annunciato – ha affermato la ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone – saremo in tutte le campagne e utilizzeremo ogni strumento a disposizione affinché la sinergia tra i dati disponibili ci permetta di intervenire sulle situazioni di irregolarità là dove sappiamo che ci sono situazioni gravi; per questo nel decreto Agricoltura è stata inserita la previsione di un sistema informativo per il contrasto al caporalato, che ci consente di mettere in relazione le banche dati dei ministeri del lavoro e delle politiche sociali, dell’agricoltura, di Inps, Inail, Inl, Istat e Agea».
L’operazione di vigilanza in agricoltura del 3 luglio ha ispezionato 310 aziende agricole: irregolari il 66,45% delle realtà controllate (206). Completamente «in nero» 216 lavoratori sui 2.051 impiegati (il 10,53%). Quasi 1 su 4 i cittadini extracomunitari al lavoro irregolarmente (39,18%) e tra i 786 rintracciati durante le ispezioni, 308 sono risultati completamente «in nero» e 22 privi di permesso di soggiorno. Comminate ammende e sanzioni per 1,686 milioni di euro, mentre sono 128 le attività imprenditoriali sospese, con multe per 250.800 euro, di cui 60 per lavoro in nero e 51 per gravi violazioni sulla sicurezza. Deferite all’Autorità giudiziaria 171 persone per attività di rilevanza penale; tra queste sono 157 i responsabili aziendali che hanno violato la normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Due i provvedimenti di sequestro e 382 le prescrizioni impartite, mentre sono 10 le persone a cui è stato contestato il reato di caporalato.