L’Assemblea annuale di Agrofarma, l’Associazione nazionale delle imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, tenutasi all’inizio del mese di giugno ha rinnovato le proprie cariche, eleggendo alla presidenza per i prossimi due anni Paolo Tassani. Una nomina nel segno della continuità dato che il neoletto presidente aveva guidato l’Associazione negli ultimi sei mesi.
In occasione della recente edizione di Enovitis in campo tenutasi nei vigneti dell’azienda agricola AgriVar di Palazzo di Varignana (Bologna) abbiamo incontrato il numero uno di Agrofarma per affrontare alcuni dei temi caldi del settore, dal quadro normativo, all’innovazione, alla comunicazione.
Dott. Tassani, partiamo da un’analisi del settore degli agrofarmaci. Qual è oggi lo stato di salute in Europa e in Italia?
In questi ultimi anni il settore è stato fortemente influenzato dalla variabilità climatica che ha condizionato il mercato in Europa. Se pensiamo ad esempio al 2023 il clima è risultato maggiormente piovoso nel bacino del Mediterraneo, mentre più secco nel Centro-Nord Europa con situazioni pertanto diversificate nei diversi mercati. In questo contesto possiamo parlare di una sostanziale stabilità dovuta alla crescita in alcuni areali e al calo in altri. La Francia a oggi resta il primo mercato europeo anche se nell’ultima annata ha fatto segnare una contrazione di valore a doppia cifra. In Italia dopo il forte calo segnalato nel corso del 2022 a seguito del clima caldo e secco, siamo ritornati ai consumi ante 2021 con un mercato che si attesta attorno al miliardo di euro.
In questa sostanziale stabilità di mercato l’industria mantiene il proprio impegno in ricerca & sviluppo, con circa il 3% del fatturato investito, un valore doppio rispetto alla media del comparto industriale secondo i dati Istat. Questi investimenti risultano necessari per soddisfare le richieste di innovazione verso una sempre maggiore sostenibilità da parte di agricoltori, consumatori e foodchain.
Nei prossimi anni assisteremo a una sempre maggiore integrazione degli strumenti di difesa che comprendono agrofarmaci, agenti di biocontrollo, sistemi di supporto alle decisioni (DSS) e agricoltura di precisione.
Il quadro normativo resta uno dei fattori chiave in grado di impattare direttamente sul settore degli agrofarmaci. Quali sono, secondo voi, le maggiori criticità?
Negli ultimi due anni si è dibattuto a livello europeo sulla proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari di cui, come Agrofarma, abbiamo sempre condiviso gli obiettivi ma non le tempistiche ed i target di applicazione che non tengono conto di quanto si è già fatto nel corso degli anni. Siamo abbastanza certi che i capisaldi del Green Deal rimarranno invariati con la nuova legislatura, tuttavia auspichiamo che l’eventuale proposta che, verosimilmente, verrà presentata dal nuovo Esecutivo sia frutto di una maggiore condivisione con gli stakeholder, tenendo anche in considerazione l’avanzamento dell’innovazione. Inoltre, è fondamentale prevedere «tagliandi periodici» con revisioni che tengano in considerazione gli scenari mondiali, geopolitici, socioeconomici e fitosanitari.
Anche il regolamento sull’immissione in commercio degli agrofarmaci (il regolamento 1107/2009/CE), presenta alcune criticità in quanto implementato nel 2009 e, di conseguenza, non adeguato al progresso tecnologico attuale. Una norma che ha mostrato i propri limiti nel passato e che oggi necessita un adeguamento, ad esempio, per gli agenti di biocontrollo. Riteniamo pertanto fondamentale prevedere un aggiornamento che tuteli sicurezza e salute dell’uomo e dell’ambiente assicurando al contempo l’accesso alle nuove tecnologie.
La necessità di un adeguamento al progresso tecnologico riguarda anche l’ambito delle più moderne irroratrici oggi disponibili o la possibilità di impiego dei droni per i trattamenti fitosanitari. Anche in questo caso il processo regolatorio non è veloce quanto la scienza.
Proprio gli agenti di biocontrollo rappresentano un settore in forte crescita. A che punto siamo con l’adeguamento del quadro normativo?
Negli ultimi anni gli agenti di biocontrollo hanno avuto una forte crescita come strumento di difesa non solo in agricoltura biologica ma anche in quella integrata. Partendo da una logica di sicurezza alimentare, riteniamo necessario un adeguamento del quadro normativo ad hoc che porti a una approfondita e corretta valutazione tenendo conto delle specifiche caratteristiche del prodotto. Solo in questo modo si potrà ovviare ai ritardi e alle difficoltà di messa in commercio, facendo, al contempo, chiarezza su procedure e costi di registrazione.
Quali sono oggi le innovazioni che si stanno affacciando nel settore della protezione delle colture e con quali tempistiche?
Oggi stiamo investendo in innovazioni tecnologiche quali, ad esempio, le nanotecnologie, l’RNA interference, i peptidi, giusto per citarne alcuni, con comprovati risultati, sia in laboratorio che in campo. Soluzioni che andranno integrate con i prodotti di sintesi chimica e gli agenti di biocontrollo. Per il momento, tuttavia, l’attuale quadro normativo europeo non permette di fare previsioni sulle tempistiche di immissione sul mercato.
Parliamo ora di Tea (Tecnologie di evoluzione assistita), vista la recente autorizzazione alla sperimentazione in campo. Qual è la vostra posizione?
Le Tea rappresentano un altro elemento della «cassetta degli attrezzi» che si aggiunge ad agrofarmaci, induttori di resistenza, agenti di biocontrollo, strumenti digitali, ecc. Permettono un miglioramento delle caratteristiche genetiche in modo molto più efficiente e rapido, così da poter rispondere a bisogni ed esigenze diverse. Per questo motivo crediamo che le TEA, unitamente alle altre soluzioni, possano offrire un contributo importante nel percorso verso una sempre maggiore sostenibilità in agricoltura.
La comunicazione è da sempre un tema centrale per aumentare la consapevolezza del ruolo degli agrofarmaci. Quali obiettivi vi siete posti con L’Osservatorio Agrofarma?
Il nostro comparto è da sempre stato al centro di discussioni e contrapposizioni, nonostante sia un elemento fondamentale per la produzione agricola e un portatore di innovazione. Oggi siamo presenti nei più importanti tavoli di discussione che interessano il settore agricolo sia in Italia che in Europa.
In questo contesto, l’Osservatorio Agrofarma è uno strumento utile che mette a disposizione di media, stakeholder e consumatori un contenitore di dati ed informazioni costantemente aggiornati sul nostro settore agricolo e sul fondamentale ruolo dell’industria agrofarmaceutica.
Parliamo, infine, di agrofarmaci illegali, quali sono le attuali dimensioni del fenomeno?
Il tema degli agrofarmaci illegali continua a essere, purtroppo, un tema che merita un’attenzione particolare sul quale non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Oggi, si stima che il fenomeno in valore rappresenti circa il 10% del mercato ed è costituito da prodotti contraffatti, oggetto di furti o importati illegalmente. Come Agrofarma siamo impegnati a sostegno dell’attività di NAC e NAS sia direttamente sia in attività di formazione sugli ambiti in cui si palesa l’illegalità rispetto alla non conformità.
Giannantonio Armentano