L’interesse degli agricoltori per i contributi previsti dal Fondo sovranità alimentare nel 2023 è stato limitato. Lo si desume dai dati pubblicati da Agea, degli importi definitivi dei contributi a favore dei produttori di mais, legumi e soia, frumento tenero, orzo e degli allevatori impegnati nella filiera delle carni bovine. In questo caso i premi sono riservati a chi segue l’approccio vacca-vitello e a chi aderisce al Sistema di qualità nazionale zootecnia (Sqnz).
Il regime di aiuto, istituito con la legge di Bilancio per il 2023, con una dotazione finanziaria di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni compresi tra il 2023 e il 2026, prevede come condizione di ammissibilità la sottoscrizione di un contratto di filiera almeno triennale tra le imprese agricole e l’industria di trasformazione, anche per il tramite delle cooperative, dei consorzi e delle organizzazioni di produttori riconosciute.
L’intervento funziona secondo le regole del de minimis agricolo, in base al quale il contributo non è riconosciuto a favore del beneficiario che ha superato la soglia di 25.000 euro di sostegno pubblico nel corso dell’ultimo triennio.
Per quanto riguarda la filiera del mais, il numero di domande è stato pari a 2.560, con 13.949 ettari richiesti a premio. Ancora più contenute sono state le domande per i bovini allevati in Italia dalla nascita fino ad almeno otto mesi, nel rispetto della linea vacca-vitello, pari ad appena 818 e le richieste degli allevamenti aderenti al sistema di qualità nazionale zootecnia che sono state in tutto 196.
L’importo unitario definitivo che sarà erogato da Agea ammonta a 400 euro per ettaro nel caso della filiera mais, a 206,17 euro ad ettaro per legumi e soia, a 239,36 per il frumento tenero, a 148,20 per l’orzo.
Per quanto riguarda la filiera della zootecnia bovina da carne, l’aiuto definitivo ammonta a 100 euro per capo in caso di contratti di filiera secondo la linea vacca-vitello e 40 euro per capo per gli allevamenti certificati Sqnz.