Drupacee: quotazioni delle albicocche e previsioni di raccolta per pesche e nettarine

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Buona partenza per la campagna albicocche

Durante questa primavera, le gelate hanno risparmiato le albicocche, ma lungo lo Stivale, dal Piemonte alla Sicilia, pioggia, siccità e grandine sono state sempre presenti e hanno richiesto ai produttori, oltre a una grande professionalità, anche un’attenzione certosina a tutte le problematiche fitosanitarie correlate.

L’inizio della campagna di raccolta e commerciale, ai primi di giugno, ha visto coinvolti i comprensori dell’Emilia-Romagna (35% della superficie nazionale) e, nell’ordine, di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, sebbene nell’Isola si sia cominciato a raccogliere già nella prima metà del mese di aprile.

Quotazioni

La Borsa merci di Bologna, dalla fine di maggio alla prima decade di giugno, ha rilevato i prezzi pagati franco azienda produttrice, per albicocche di I qualità, nei calibri superiori a 40 mm, rese in casse o mini bins dell’acquirente:

  • la cultivar Luna è stata pagata da 1,40 a 1,50 euro/kg
  • Wonder Cot e Tsunami sono state valutate 1,45-1,55 euro/kg,
  • Lady Cot, Prink Cot e Orange Ruby sono state invece quotate 1,25-1,35 euro/kg.

Sui mercati del Centro e Nord Italia è molto apprezzata la continuità della fornitura di un prodotto di qualità, le cui caratteristiche organolettiche dovrebbero essere garantite da una marca (brand), o da una Op, da un consorzio o altro, che trattano le cultivar precoci, medie e tardive, durante i 4-5 mesi di presenza sui mercati, proponendo cioè prodotti diversi con la stessa immagine, che dovrà dare garanzie e sicurezza al consumatore.

Parliamo ora dei mercati, dove la partenza della campagna è stata buona:

  • la cultivar Aurora (colore arancio con sfumature rosse) nei calibri di 45-50 mm (AA) è trattata a 2-2,2 euro/kg;
  • Flopria di calibro 40-45 mm (A) e 45+ quota, rispettivamente, 1,5-2 e 2,20-2,50 euro/kg;
  • le cultivar Orange Ruby (arancione con rosso) calibro 45-50 mm e Pricia (in parte rossa brillante) sono pagate da 2,4 a 2,8 euro/kg;
  • Wonder Cot (rossa al 30-40%) calibro 50-55 mm, di categoria extra è trattata a 2,6-3 euro/kg;
  • Tsunami (rosso brillante per il 40-50%) calibro 40-45 e 45-50 mm è pagata rispettivamente 2-2,2 e 2,4-2,5 euro/kg;
  • Big Red di calibro 50 mm arriva a essere valutata fino a 3,5 euro/kg.

Fino alla prima decade di giugno, per tutte le varietà presenti sui mercati, la maggior parte delle confezioni è rappresentata da cestini del peso di 1 kg o poco più, o da piccoli plateau alveolati e confezionati a strati ordinati; i calibri minimi sono 40 mm (A), i medi stanno su 45-50 mm (AA e AAA) e i grossi da 50 mm e oltre (AAAA), con prezzi che vanno rispettivamente da un minimo di 1,30 a un massimo di 3-3,5 euro/kg.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 21/2024
Buona partenza per la campagna albicocche
di R. Piazza


Pesche e nettarine, raccolto stimato in crescita dell’11% in Italia

PescheSecondo il Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, che ha fornito come di consueto la stima sul raccolto nazionale di pesche e nettarine al tradizionale appuntamento del MedFel svoltosi a Perpignan (Francia), si prevede da Nord a Sud del Paese un decorso regolare per tutto il calendario di raccolta, dopo cinque annate pregiudicate da gravi problemi climatici, dovuti soprattutto alle gelate tardive. Per il momento, osservano gli esperti, non si riscontrano particolari criticità, salvo alcune perdite di produzione associate a sporadiche grandinate.

Il pescheto Italia continua, inoltre, a restringersi, con la conferma della perdita, l’anno scorso, di un altro 4% di superficie, dopo il −7% registrato nel 2022.  Un disimpegno motivato dalle difficoltà dovute ai mutamenti del clima e da annate decisamente deludenti in termini di redditività, anche a causa di ricorrenti crisi di mercato; fenomeni che hanno maggiormente impattato sui pescheti, soprattutto al Nord.

Le riduzioni di superficie sono apparse più contenute per le nettarine, che nelle campagne italiane mantengono il primato, seppure con volumi non
molto distanti da quelli delle pesche.

Nonostante il recupero dell’11% anno su anno, il raccolto italiano di pesche e nettarine – si stimano 908.000 tonnellate circa, comprese le percoche – resterà leggermente al di sotto del potenziale, in previsione di uno scarto di circa due punti percentuali dalla media storica. Con 483.000 tonnellate le nettarine dovrebbero crescere del 15% su base annua, contro il +7% delle pesche, in previsione di un raccolto di 425.000 tonnellate circa. Invariata la produzione di percoche, rappresentativa di appena il 7% de totale di specie.

In Spagna, leader in Europa davanti all’Italia, non si segnalano eventi climatici di rilievo, salvo alcuni episodi di gelo che non hanno però intaccato i livelli di resa. Non c’è stato un nuovo miglioramento rispetto alla scorsa stagione che aveva già recuperato oltre il 40% sulla pessima annata 2022, contrassegnata da un calo record per le conseguenze del gelo tardivo. Ma sono attese comunque 1,2 milioni di tonnellate, appena l’1% in meno sull’anno scorso, ma il 14% in più rispetto alla media quinquennale.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 20/2024
Pesche e nettarine, produzione regolare nell’Unione europea
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