L’Oprol (Organizzazione produttori olivicoli lucani) conclude il progetto di messa a dimora di oltre 40 mila nuove piante di olivo in Basilicata. Un investimento importante per il futuro del settore olivicolo della Basilicata, in un momento delicato per il comparto a livello locale e nazionale.
«Nonostante la fase complicata che attraversa l’olivicoltura l’Oprol – ha osservato il suo presidente Paolo Colonna – continua ad investire nel futuro, puntando sul rinnovamento degli impianti e sulla valorizzazione delle cultivar autoctone».
I nuovi oliveti sono stati piantati in tutti gli areali olivicoli della Basilicata, con un occhio di riguardo alla biodiversità. L’Oprol ha infatti recuperato e riprodotto in vivai specializzati cultivar autoctone come la Fasola rossa e la Passita dolce di Grassano.
L’iniziativa della op si inserisce in un quadro più ampio di lotta all’abbandono degli oliveti, un fenomeno che colpisce duramente l’Italia. Secondo Italia Olivicola, il consorzio olivicolo nazionale di cui fa parte Oprol, in Italia ci sono 200 mila ettari di oliveti in totale stato di abbandono e complessivamente oltre 300 mila a rischio tenuta.
Per contrastare l’abbandono e rilanciare l’olivicoltura italiana, il consorzio Italia Olivicola – ha fatto presente il suo presidente Gennaro Sicolo – ha scritto agli Assessorati all’agricoltura di tutte le Regioni chiedendo di attivare tavoli di lavoro mirati.
«L’obiettivo è quello di attivare progetti di rinnovamento strutturale su scala territoriale mettendo insieme i diversi strumenti di politica agraria previsti nell’ambito della Pac e negli interventi regionali e nazionali e avvalendosi anche del sistema delle organizzazioni di produttori come Oprol».