Dazi maggiorati sul grano russo: via libera dell’Ue

Il Consiglio UE ha approvato un forte aumento delle tariffe sul grano russo e bielorusso, con l’obiettivo di bloccare le importazioni. I prodotti saranno tassati di 95 euro la tonnellata o del 50% a valore.
«Le nuove tariffe mirano a bloccare concretamente le importazioni», ha dichiarato il ministro delle finanze belga, Vincent Van Peteghem, che ha guidato la riunione dei ministri del commercio che ha ratificato la decisione.
La Commissione europea ha presentato la proposta lo scorso marzo. Il regolamento riguarda le importazioni di cereali, semi oleosi e prodotti derivati provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia, ed è stato previsto per evitare la «destabilizzazione» dei mercati dell’Unione europea. Sono esclusi dalle tariffe le esportazioni in transito e quelle destinate ai Paesi terzi.
«Il nostro impegno per la sicurezza alimentare globale rimane costante, garantendo che i Paesi in via di sviluppo non siano colpiti negativamente da queste misure − ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea con delega al commercio, Valdis Dombrovskis − e manterremo questo sostegno per tutto il tempo necessario».
I cerealicoltori dei Paesi baltici hanno fatto della questione uno dei principali motivi delle proteste dello scorso inverno. Ecco perché a febbraio, la Lettonia ha approvato un divieto unilaterale di importazione di prodotti agricoli da Russia e Bielorussia fino al 2025, consentendone solo il transito.
La nuova misura dell’Unione europea vuole anche porre fine alle importazioni di grano prodotto nei territori ucraini appropriati dalla Russia, impedendo a Mosca di utilizzare i proventi delle esportazioni di cereali per finanziare la sua guerra di aggressione, ha dichiarato Van Peteghem.
Dopo l’approvazione da parte dei Paesi dell’UE, il regolamento di attuazione delle tariffe entrerà in vigore il 1° luglio.
Ma un gruppo di Paesi ha chiesto ulteriori misure: Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania e Svezia hanno appoggiato una dichiarazione presentata dalla Lettonia che chiede restrizioni su altri prodotti agricoli russi.
I Paesi del Nord Europa e i Baltici, con l’adesione di Praga, hanno invitato la Commissione a proseguire le discussioni con gli Stati membri e a presentare al più presto una proposta che comprenda una gamma più ampia di prodotti provenienti da Russia e Bielorussia. Il modello è il divieto deciso da Riga. La Commissione europea ha provato a far recedere i lettoni da una misura che è sostanzialmente illegale secondo il diritto UE, ma senza risultato fino a ora.