Stimolare le difese della pianta incrementando la produzione endogena di acido salicilico, un composto fondamentale per attivare i metabolismi di resistenza antifungini. La difesa della vite, ma anche di melo e pero, oggi può contare su un’arma in più. Innovativa, sostenibile, performante.
Si tratta di UVBoosting, una macchina unica a livello globale, frutto della ricerca scientifica condotta dall’Università di Avignone e da studi agronomici sulle malattie fungine che colpiscono la vite, prodotta in Francia dall’omonima azienda e dotata di pannelli che a determinate velocità pulsano raggi UV sulle foglie stimolando le difese naturali della pianta.
Commercializzata per la prima volta in Francia nel 2017, in Italia la vendita è partita nel 2022 suscitando da subito l’interesse degli operatori che ne hanno scoperto i vantaggi: nel nostro Paese, attualmente, sono già in funzione 9 macchine.
«Le attrezzature per il potenziamento UV – spiega Corrado Puppo, technical sales manager di UVBoosting − sono adatte a una vasta tipologia di trattori, sia scavallanti che interfilari, sono alimentate dalla presa di potenza del trattore e possono adattarsi a un’ampia gamma di interfile, altezze e spessori di fogliame».
«Integrando i piani di protezione tradizionali – aggiunge Puppo – le pulsazioni dei raggi UV “allenano” le difese della pianta che in questo modo può contrastare meglio gli attacchi di peronospora, oidio, botrite. Non solo. Gli studi hanno dimostrato che la produzione di acido salicilico derivante dai raggi UV rende la pianta più resiliente agli stress causati da gelo o siccità, con un indubbio beneficio in termini di resa produttiva non solo durante la stagione vegetativa ma anche nel lungo periodo».
Una soluzione per la sostenibilità
Oltre all’innovazione, la sostenibilità è una delle peculiarità di UVBoosting. «Infatti – continua Puppo – sia sulle colture convenzionali che biologiche il suo impiego può ridurre anche del 50% il ricorso ai fungicidi di sintesi chimica con una diminuzione delle fitopatie e, come dicevo prima, una resa produttiva maggiore. Inoltre, poichè il trattamento non prevede irrorazione di prodotto, l’azione della macchina non è influenzata da pioggia o vento e pertanto le applicazioni possono essere effettuate senza limitazioni garantendo una protezione ottimale in qualsiasi condizione atmosferica».
Uno studio condotto in Francia un paio di anni fa su un vigneto di Sauvignon Blanc ha evidenziato che l’utilizzo di UVBoosting in integrazione a piani di protezione tradizionali ha ridotto del 27% le fitopatie e aumentato la resa produttiva del 20%.
Altri risultati ottenuti in due aziende vitivinicole in Friuli Venezia Giulia, una convenzionale e una biologica, hanno mostrato che l’abbinamento UVBoosting con fungicidi di copertura ha diminuito la presenza di peronospora su grappoli dell’80,5% con un incremento della resa produttiva del 9,4% per la coltura convenzionale, mentre per quella biologica, con l’identico tipo di intervento, la presenza di peronospora su grappoli ha registrato una riduzione del 60,3% a giugno e del 30,8% ad agosto.
A conferma della validità di questa macchina c’è il dato relativo all’aumento delle superfici trattate con UVBoosting.
«Da quest’anno – conclude Puppo – alcune aziende della provincia di Ferrara utilizzeranno la macchina su pero e melo, colture rispetto alle quali le nostre aspettative sono particolarmente elevate. La raccolta dei dati provenienti da prove e sperimentazioni è fondamentale non solo per ottenere la validazione da parte di un ente terzo, ma anche per diffondere e accompagnare la conoscenza di UVBoosting che per la sua intrinseca caratteristica di stimolare con i raggi UV i metabolismi endogeni della pianta rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per quei produttori che ci piace definire di qualità».
Anna Mossini