La luce esercita importanti effetti positivi sui vitelli. La minima intensità luminosa da garantire deve essere pari a 50 lx o, in alternativa, a 5 Watt/m² per almeno 8 ore al giorno. È preferibile una luce naturale e durante le prime 3 settimane di vita il rapporto ottimale tra le ore di luce e quelle di buio è 16:8.
Alla nascita, il vitello instaura il suo primo contatto con la luce: a partire da questo momento, essa eserciterà un importante effetto positivo sull’animale perché, influendo sull’assetto ormonale ne favorirà lo sviluppo, in particolare quello scheletrico, e ne accelererà la crescita stimolando, contemporaneamente, la manifestazione dell’intero pattern dei comportamenti specie-specifici.
La luce stimola l’attività degli animali, favorisce l’assunzione alimentare e, nelle femmine, influisce sullo sviluppo della mammella, elemento di fondamentale importanza per la produttività e la longevità funzionale delle vitelle da rimonta.
Ovviamente la luce naturale ha un effetto migliore, se paragonata a quella emessa artificialmente: per questo motivo, nell’arco delle 24 ore, sarebbe meglio garantire la maggior parte delle ore di luce attraverso quella naturale, adottando delle soluzioni costruttive per la stabulazione che prevedano la massima esposizione alla luce solare (senza, per questo, esporre gli animali all’irradiazione solare diretta e, quindi, al conseguente stress termico da caldo, durante il periodo estivo) e limitando il più possibile l’impiego di una fonte luminosa artificiale; privilegiare la luce naturale è una scelta operata, soprattutto, dagli allevatori che adottano un metodo di produzione biologico.
Normalmente, l’illuminazione della vitellaia è ottenuta combinando la luce naturale diurna a un sistema di illuminazione artificiale (è chiaro che l’impiego dell’illuminazione artificiale deve essere uniforme senza creare zone d’ombra alternate ad aree nelle quali gli animali sono abbagliati), costituito da lampade a led.
La luce artificiale è utilizzata quando la luce solare è scarsa o assente, ovvero all’alba e al tramonto, ma soprattutto durante il periodo autunno-invernale, cioè in presenza di giornate caratterizzate da un limitato numero di ore di luce naturale contraddistinta, oltretutto, da una minore intensità. Comunque, bisogna integrare l’illuminazione dei locali adibiti alla vitellaia mediante l’impiego di una fonte luminosa artificiale ogni qualvolta la quantità di luce naturale non sia sufficiente a soddisfare tutte le esigenze fisiologiche ed etologiche. degli animali.
Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte n. 2/2024
Benessere dei vitelli: quanta e quale luce serve?
di M. Olivari, E. Morotti, A. Nisoli
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