In base ai dati dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, ha affermato Enrica Gentile − Ceo di Aretè − durante la presentazione del secondo Rapporto Agrofarma, la sau gestita secondo i criteri dell’agricoltura 4.0 e di precisione ha raggiunto nel 2023 il 9% della sau nazionale. Gli investimenti delle imprese agricole nel settore continuano a crescere, durante lo scorso anno questo mercato ha raggiunto la quota di 2,5 miliardi di euro: +71% rispetto al 2022.
«Questa è l’agricoltura vera e del futuro − ha dichiarato il senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione agricoltura del Senato − che vogliamo comunicare. Purtroppo per tanto tempo il settore primario è stato dipinto come un settore dove la tecnologia rappresenta un disvalore. Al contrario solo l’innovazione tecnologica ci consentirà di coniugare sostenibilità ambientale ed economica delle nostre imprese. Anche per comunicare questo messaggio ai cittadini stiamo organizzando una serie di conferenze stampa, qui in Senato, sui temi più innovativi della nostra agricoltura».
Tra i protagonisti dell’innovazione ci saranno senza dubbio le aziende di Agrofarma. «Il Rapporto − ha dichiarato Paolo Tassani, presidente di Agrofarma − testimonia l’impegno nel predisporre a favore degli agricoltori non solo prodotti agrofarmaci, ma anche di un pacchetto di soluzioni sempre più innovative ed efficaci per rispondere alle richieste di istituzioni, agricoltori e consumatori, per una produzione agroalimentare sostenibile e competitiva». Infatti, ha proseguito Tassani «le imprese di Agrofarma hanno dedicato a ricerca e sviluppo oltre 30 milioni di euro (2023), pari al 2,9% del fatturato totale, contro una media, in base ai dati Istat, dell’1,5% dell’industria».
«Dal Rapporto − ha affermato Gentile − emerge un settore, quello dell’agricoltura digitale, in solida crescita, trainato da imprese strutturate con alta propensione all’innovazione. La connessione con settori innovativi dell’agritech − ha proseguito − ne favorisce lo sviluppo. Basti pensare al biologico che nel 2022 ha occupato il 20% (2,3 milioni di ettari) della sau nazionale, contro una media europea del 9% e che porta con sé un fatturato di 134 milioni di euro di prodotti autorizzati bio (12% del totale degli agrofarmaci), sostenendo la crescita dell’industria degli input a più basso impatto. Oggi i prodotti impiegabili in bio sono il 20% del totale, ma in tre anni la quota salirà al 30%.
Aumentano anche le imprese biotech quasi raddoppiate in 15 anni, con un fatturato 2022 di circa 13,6 miliardi di euro.