Zoppie in stalla: fare prevenzione è possibile

Negli ultimi 20 anni sono stati compiuti pochi progressi a livello globale per ridurre la presenza della zoppia nelle mandrie da latte, verosimilmente a causa proprio delle difficoltà di rilevamento di questa patologia, nonostante le ricerche approfondite sulla sua eziologia, diagnosi e trattamento.

La zoppia è classificata come la terza causa più importante di perdite economiche negli allevamenti da latte, dopo mastiti e disturbi della riproduzione. Nelle vacche da latte, la zoppia può variare significativamente in gravità e può insorgere settimane, o addirittura mesi, dopo un disturbo metabolico, rendendo complessa l’identificazione della causa specifica. Le valutazioni della zoppia sono tipicamente condotte da osservatori che assegnano un punteggio a ogni vacca (Locomotion score o Mobility score) sulla base di tratti specifici tra cui l’andatura e la postura degli arti.

L’osservazione degli animali da parte di un operatore necessita di molto tempo e lavoro, quindi l’utilizzo di soluzioni tecnologiche della zootecnia di precisione è una via da seguire e sta diventando una realtà. Per l’individuazione delle zoppie sono stati studiati vari sistemi che vanno dall’elaborazione di immagini, per individuare anomalie nell’andatura o incurvamenti anomali della linea dorsale, all’impiego di piattaforme o celle di carico per valutare distribuzioni asimmetriche del peso tra gli arti.

Correlazione zoppie e produzione

Da alcune analisi di dati raccolti in un’azienda da latte lombarda (circa 193.000 flussi di latte), sembrerebbe che sia possibile prevedere casi di zoppia osservando variazioni nella produzione di latte: risulta, infatti, che bovine zoppe, in media, riducano il loro livello produttivo fino a 3 kg a mungitura.

Tale effetto potrebbe essere anche in parte riconducibile alla riduzione dell’ingestione, oltre che a una situazione ormonale anormale: il decremento produttivo si protrae anche oltre il momento di identificazione e cura della zoppia, a causa dello stress del trattamento e del fastidio che probabilmente sente l’animale e che gli impedisce di muoversi e alimentarsi adeguatamente ancora per un certo periodo.

Mediamente, inoltre, le bovine zoppe hanno un’emissione di latte caratterizzata da un flusso inferiore tra i 30 e i 60 secondi; la differenza tra questo flusso e quello registrato a inizio mungitura (15-30 secondi) è un indicatore fortemente correlato a curve anomale come le curve bimodali.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte  n. 5/2023
Zoppie: c’è correlazione con produzione e mungitura
di M. Zucali, M. C. Bianchi, S. Mondini, A. Sandrucci
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