Gli allevamenti bovini non saranno inclusi nel novero degli impianti coperti dalla nuova direttiva sulle emissioni industriali. È l’accordo raggiunto tra le istituzioni europee. Le nuove norme, che prevedono regole più stringenti per l’inquinamento di aria, acqua e suoli, e un regime di autorizzazioni per disciplinare questo aspetto, saranno più severe sui suini. Si applicheranno infatti agli allevamenti da 1.200 capi in su invece che da 2.000 come oggi. Per il pollame, le regole varranno per gli allevamenti di galline ovaiole con più di 300 UBA (21.500 capi, inferiore a oggi) e gli allevamenti di polli da carne con più di 280 UBA (40.000 capi).
Le nuove norme verrebbero applicate progressivamente, a partire dal 2030 con gli allevamenti più grandi. Inizialmente la Commissione aveva proposto una soglia di 150 UBA per tutto il bestiame, compresi i bovini. Secondo l’accordo, la Commissione deve riesaminare, entro il 31 dicembre 2026, la necessità di un’azione dell’UE per affrontare le emissioni derivanti dall’allevamento del bestiame, compresi i bovini, e una clausola di reciprocità per garantire che i produttori al di fuori dell’UE soddisfino requisiti simili alle norme europee quando esportano nell’UE.