Si è svolto a Firenze – promosso dalla Regione Toscana – l’incontro che ha chiuso il ciclo di giornate di studio inter-regionali sulla biodiversità agraria. Per il Lazio è intervenuta Arsial, che, nella giornata conclusiva di studio, è stata rappresentata dal prof. Rosario Muleo dell’Università della Tuscia – Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali e membro della Commissione tecnico scientifica per il settore vegetale istituita dalla L.R. n. 15/2000 sulla tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario nel Lazio.
Nel suo intervento il rappresentante di Arsial ha fatto il punto sulla necessità di collaborazioni inter-regionali che potrebbero essere messe in essere ed in particolare sullo sviluppo di reti inter-regionali sulla biodiversità.
“Avere un sistema di interscambio di informazioni sulla base di metodiche omogenee di acquisizioni dati è importante perché – ha osservato il prof. Muleo – permetterebbe di approfondire come le piante vivono nell’ambiente, nel territorio, dove si evolvono e acquisiscono anche i caratteri di resistenza e di adattamento ai cambiamenti climatici e alle modifiche del suolo”.
Questo tipo di operatività richiederà però un investimento in una rete informatica inter-regionale sulla biodiversità, in particolare sulle risorse genetiche presenti su più territori, scavalcando i confini delle singole regioni. Il rappresentante di Arsial ha fatto l’esempio della Mela rosa dell’Appennino risorsa presente in un territorio che va dall’Appennino tosco emiliano fino alla regione Basilicata; è un melo secolare, conosciuto già dagli etruschi e che può presentare delle caratteristiche importanti dal punto di vista commerciale.
Un altro aspetto toccato dal docente è sulla conservazione delle risorse autoctone. In questo caso – ha detto Muleo nel suo intervento – “è necessario avere sia dei riferimenti nazionali, sia per quanto riguarda i siti nazionali sia per quelli regionali”. Se si realizzasse un sistema informatico di scambi di informazioni, con questo si riuscirebbe facilmente a realizzare gli obiettivi che ci si pone e si faciliterebbe il lavoro perché la varietà di popolazioni locali è enorme. Usare il sistema informatico permetterebbe anche di creare delle reti con all’interno referenti scientifici interregionali per gruppi di specie.
Quindi i ricercatori potrebbero avere la possibilità di verificare gli interventi sulle singole specificità e scambiare le informazioni su descrittori e su marcatori molecolari da usare sulle diverse specie. In quest’ottica Muleo pensa pure al sequenziamento genetico delle singole piante ed alla costruzione di una banca dati sulle risorse genetiche.
Quali varietà vanno studiate e sequenziate? “Sarebbe opportuno – ha risposto – scegliere piante che abbiano potenzialità a carattere inter-regionale e commerciale”. E ha fatto l’esempio della Mela Annurca che è entrata all’interno del sistema commerciale perché ha avuto la possibilità di essere valorizzata su tutti i territori e non solo su quello dove era presente in origine.
Prodotto realizzato con il contributo del PSR Lazio 2014/2020 – Tipologia di Operazione 10.2.1 – Periodo Transitorio 2021/2022.