A partire dalla metà di novembre sarà avviato un piano straordinario di controlli sulle importazioni di grano duro. Il piano, annunciato dal ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, con l’avvallo della cabina di regia sui controlli nel settore agroalimentare e del Tavolo della filiera grano, sarà attuato sia nei porti dove arriverà il prodotto, sia nelle destinazioni finali, concretizzando la tracciabilità sul prodotto, sulla sua qualità e origine.
Il ministro ha lasciato intendere che non c’è una stretta sulle importazioni o sull’utilizzo di grano straniero nella produzione di pasta. I controlli infatti servono per:
- conoscere cosa sta accadendo con l’import e che porta squilibri di mercato;
- evitare speculazioni sui prezzi;
- controllare la catena del valore e riuscire a dare margine di reddito a tutti gli elementi della filiera e rafforzarne i rapporti;
- garantire i consumatori (anche stranieri) che le materie prime utilizzate per la produzione di pasta rispettino gli standard di qualità e salubrità e per informarli sull’origine del grano.
Lollobrigida ha poi annunciato che a Ismea è stata affidata l’indagine sulla distribuzione del valore aggiunto del prezzo finale della pasta tra i vari attori della filiera, al fine di evitare speculazioni. «Dobbiamo mettere l’imprenditore agricolo nelle condizioni di produrre al giusto prezzo – ha detto il ministro -. Le continue fluttuazioni, dovute anche a costi di produzione in continua crescita e ad un prezzo del grano sempre inferiore, richiedono interventi che vogliamo mettere in campo attraverso la concertazione con le rappresentanze del mondo degli agricoltori».
Il ministro pensa di supportare – con contributi nazionali prima che europei – le aziende in difficoltà per i costi di produzione, favorendo la produzione anche in aree marginali.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 37/2023
Sul grano importato controlli straordinari
di G. Menna
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