Secondo i dati del Rapporto «Bio in cifre 2023», curato da Ismea e Ciheam Bari, l’anello debole della catena del biologico in Italia sono i consumi, che non sembrano tenere il passo, almeno in questa fase di difficoltà per l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, con i numeri in crescita del settore: quasi 93.000 operatori nel 2022, il 7,7% in più rispetto al 2021, e oltre 82.000 i produttori (+8,9%), con l’incidenza delle aziende biologiche sulle imprese agricole italiane al 7,3%.
In Italia, nel 2022, il valore del mercato interno nel segmento del bio ha chiuso con un deludente 0,5% di crescita anno su anno, totalizzando poco meno di 3,7 miliardi di euro. Una ripresa insufficiente a compensare la flessione del 4,6% sperimentata nel 2021, con l’evidenza, tra l’altro, di una dinamica molto più blanda rispetto a quella dell’agroalimentare nel suo complesso (+6,4%).
Preoccupa anche la minore incidenza del reparto biologico sulla spesa alimentare complessiva, scesa al 3,6% e in calo di 3 decimi di punto rispetto al dato dell’anno precedente. Senza considerare che la crescita frazionale in valore riflette, in termini reali (al netto dell’inflazione), una variazione negativa dei volumi di acquisto.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 28/2023
Bio: crescono superfici e operatori, ma non i consumi
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