Le prime stime ufficiali della nuova vendemmia, diffuse ad agosto dal Ministero dell’agricoltura francese attraverso il servizio statistico Agreste, indicano al momento un raccolto tra i 44 e il 47 milioni di ettolitri, dato che potrebbe sancire il sorpasso di Parigi su Roma, dopo anni di predominio italiano in Europa e nel mondo.
Nulla è ancora detto, ma in Italia, stando alle cifre e ai rumors tra gli addetti ai lavori, si andrà quasi certamente al di sotto dei 45 milioni di ettolitri. Le stime della Coldiretti, diffuse a inizio agosto, parlano addirittura di una produzione attorno 43 milioni, corrispondenti a una riduzione, anno su anno, del 14%, se rapportati ai 50 milioni di ettolitri di vino prodotti la scorsa stagione.
Per quanto riguarda le attese a livello regionale, i dati presentati il 18 agosto scorso dalla Regione Veneto e da Veneto Agricoltura, nel consueto appuntamento pre-vendemmiale, delineano una situazione complessivamente positiva nel Triveneto, in controtendenza con la dinamica generale. In Veneto, in particolare, primo polo produttivo nazionale, dove i vigneti hanno potuto beneficiare quest’anno di una sufficiente disponibilità idrica, si prevede una buona raccolta di uve, addirittura in crescita del 5-6%, in previsione di 15,9 milioni di quintali, valutazione che considera anche l’effetto spinta generato dall’entrata in produzione di nuove superfici vitate.
Ancora più sostenuta la crescita attesa nelle province di Trento e Bolzano, dove le buone condizioni climatiche e il contributo dei nuovi vigneti prefigurano un +10-15%. Allineata grosso modo alla performance del Veneto il Friuli-Venezia Giulia, dove gli analisti pronosticano un 5-10% di aumento produttivo per l’assenza di danni da grandine e di problematiche fitosanitarie, che hanno invece flagellato i vigneti del Centro-Sud a causa dell’umidità persistente.