Niente cocktail di farmaci, ma favorire una buona alimentazione degli animali e l’igiene negli allevamenti. Sono alcune delle indicazioni previste dalle Linee guida del Ministero della salute su «Uso prudente dell’antibiotico nell’allevamento bovino da latte», in cui si precisa come, «le vaccinazioni sono il principale strumento per il controllo delle infezioni».
Nonostante il ricorso agli antibiotici negli allevamenti sia stato ridotto negli ultimi anni, «ancora oggi non sempre risulta razionale, comportando la diffusione del fenomeno dell’antibiotico-resistenza con potenziali rischi anche per la salute pubblica umana».
In Europa si stimano circa 29.000 morti ogni anno per infezioni causate da batteri resistenti. Poiché «le resistenze ai farmaci che si creano in allevamento possono diffondersi nella comunità – spiega il documento – i veterinari sono chiamati con forza a un uso razionale e prudente dell’antibiotico».
A tal proposito, le nuove Linee Guida sottolineano che, per ridurre l’uso improprio di antibiotici, in primis, bisogna far vivere meglio l’animale, perché questo riduce il rischio di infezioni. Ad esempio: limitare lo stress, perché «animali stressati hanno maggiori possibilità di ammalarsi»; aumentare l’igiene e ridurre il sovraffollamento per ridurre la pressione dei patogeni; evitare un’alimentazione inadeguata perché questa «causa una insufficiente risposta immunitaria e predispone alle malattie».
Quarantena per i capi di nuova introduzione, stoccaggio di mangimi in condizioni che evitino contaminazione con batteri e micotossine, controlli microbiologici almeno una volta l’anno sull’acqua di abbeveramento. Essenziali sono pulizia e areazione degli ambienti, gestione corretta dei liquami, formazione del personale.
Tra le indicazioni, «evitare l’utilizzo di cocktail di antibiotici» preferendo quando possibile l’uso locale a quello sistemico. «Ogni allevamento deve disporre di un proprio programma vaccinale» sia per rendere gli animali meno suscettibili a contrarre l’infezione che per aumentare l’immunità della mandria.