L’Italia accoglie «con grande favore e altrettante aspettative la proposta della Commissione europea volta a definire un quadro normativo sulle nuove tecniche di modifica del genoma (Ngt) delle piante», note nel nostro Paese anche come Tecniche di evoluzione assistita (Tea). Così si è espresso il sottosegretario alle politiche agricole Luigi D’Eramo intervenendo alla riunione del Consiglio Ue Agricoltura. «Assicuriamo il nostro supporto nella prosecuzione dei lavori» ha aggiunto.
L’Italia richiede «approfondimenti di natura procedurale e scientifica» ha precisato D’Eramo. In particolare, sulle «ragioni della differenziazione tra Ngt di categoria 1 e di categoria 2, queste ultime più simili ai vecchi ogm rispetto ai quali l’Italia mantiene invece una posizione di contrarietà», e sul fatto che le piante ottenute con le Ngt «non sono analiticamente riconoscibili da quelle convenzionali» e «che una volta autorizzate lo Stato membro non può proibirne la coltivazione sul proprio territorio».
Quello della possibilità di un Paese Ue di vietare sul proprio territorio la coltivazione di una varietà ammessa da Bruxelles è uno dei punti più controversi della futura nuova legislazione in materia, con Paesi (come l’Austria) che che chiede mano completamente libera sui possibili divieti.
«Occorre poi capire – ha concluso D’Eramo – se il metodo della etichettatura delle sementi proposto dalla Commissione sia l’unica soluzione possibile per rendere riconoscibili le coltivazioni Ngt da quelle convenzionali».
La Spagna, presidente di turno dell’Ue, vorrebbe chiudere la partita entro quest’anno, prima cioè delle elezioni europee della primavera 2024 che, di fatto, bloccheranno l’attività legislativa europea per diversi mesi.