Secondo Assolatte, l’Associazione italiana delle industrie lattiero-casearie, con la decisione di firmare il Free trade agreement UE-Nuova Zelanda, il Consiglio UE ha dato una forte spinta alla sua entrata in vigore, che avverrà probabilmente entro la prima parte prossimo anno.
L’industria lattiero-casearia italiana – spiega l’Associazione – ha sempre manifestato alcune perplessità su questa intesa, che per latte e derivati è decisamente sbilanciata a favore di Wellington.
La Commissione ha fatto significative concessioni alla controparte neozelandese sul fronte lattiero-caseario: 36.000 tonnellate di burro vedranno i dazi ridursi gradualmente ai minimi, e anche per i formaggi è prevista la completa liberalizzazione in sette anni di un contingente da 25.000 tonnellate.
Per Assolatte ci sono, però, importanti aspetti positivi: «Con questo accordo la Nuova Zelanda accetta il protocollo che le impone di riconoscere e tutelare le indicazioni geografiche – ha dichiarato il presidente, Paolo Zanetti -. E con la sua entrata in vigore saranno 13 i formaggi dop italiani che verranno protetti anche dalle copie neozelandesi, e cioè: Asiago, Castelmagno, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Montasio, Mozzarella di bufala campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino toscano, Piave, Provolone Valpadana e Taleggio».
«Anche se non tutti i prodotti saranno tutelati come avviene a livello europeo, l’accordo rappresenta un passo in avanti molto importante verso la tutela globale delle dop – ha concluso Zanetti -. Le imprese neozelandesi, infatti, non potranno più usare le nostre denominazioni non solo per il prodotto venduto sul mercato domestico, ma anche per le 350.000 tonnellate di formaggi esportati in Asia».