Da due anni il settore biologico francese attraversa una crisi senza precedenti, innescata da un sensibile calo delle vendite. Ora il ministro dell’agricoltura, Marc Fesneau, ha presentato nei giorni scorsi un piano di sostegno, con un importo di aiuti d’urgenza aumentato a 60 milioni di euro, e una dotazione complessiva di 200 milioni di euro.
La Fnab (la federazione degli agricoltori biologici francesi) ha stimato, nel 2022, in 150 milioni di euro l’importo degli aiuti necessari per dare sollievo alle finanze delle aziende agricole biologiche, in particolare nei settori più colpiti, come latte, uova, carne suina e ortofrutta. «Per il settore lattiero-caseario biologico stimiamo il fabbisogno in 70 milioni di euro» sottolinea Nathalie Delagnes, allevatrice nell’Aveyron e presidente di Biolait, cooperativa lattiero-casearia che si trova a dover far fronte un calo dei consumi.
Tra il 2019 e il 2021, il mercato dei prodotti lattiero-caseari biologici è diminuito del 5%. Nel 2022 la flessione è peggiorata fino a raggiungere il -12%. Si tratta di una vera e propria inversione di tendenza, visto che fino al 2020 il mercato ha registrato una crescita a due cifre. La produzione cercava di tenere il passo con la domanda ed è raddoppiata in cinque anni. Il mercato si è quindi improvvisamente destabilizzato e il settore ha dovuto gestire le eccedenze, declassando il latte biologico per venderlo come convenzionale.
C’è anche il rischio che gli agricoltori si scoraggino e siano pronti a gettare la spugna o a riconvertirsi, cioè ad abbandonare il mondo dell’agricoltura biologica per tornare al convenzionale. Il fenomeno è già evidente: «Il numero dei nostri membri è diminuito del 5%. Due terzi sono andati in pensione, a volte in anticipo, e un terzo si è riconvertito», testimonia Nathalie Delagnes. Ciò che vale per il settore lattiero-caseario vale anche per altri comparti dell’agricoltura biologica francese.