La Centrale del latte di Roma è il marchio glorioso che porta il latte nelle case romane dal 1910. La novità ora è che Parmalat (Gruppo Lactalis), che ne era titolare, dovrà riconsegnare la sua quota di maggioranza (75% del pacchetto azionario) al Comune di Roma Capitale. Nel frattempo sta gradualmente dismettendo le produzioni che non sono riconducibili al marchio della Centrale.
La municipalizzata venne ceduta nel 1988 al Gruppo Cirio (Cragnotti). L’accordo prevedeva che non potesse essere rivenduta per 5 anni: ma i guai finanziari della Cirio invece costrinsero a cederla – dopo solo un anno – alla Parmalat di Callisto Tanzi.
La Corte di appello prima e la Corte di cassazione poi – a conclusione di anni di contenzioso in ogni ordine e grado – infine hanno deliberato che la Centrale del Latte di Roma torni nelle mani dell’amministrazione comunale capitolina, restituendo non solo il 75% delle azioni della Centrale, ma pure 23 anni di dividendi.
Ora si dovrà decidere il futuro dello stabilimento (e del marchio), mentre si conta già una contrazione dei volumi prodotti del 40-50%.
Intanto però ci sono timori sia sul fronte occupazionale dei dipendenti e sia dell’indotto delle imprese zootecniche di Roma e Lazio. Coldiretti Lazio ha proposto di avviare un processo di riqualificazione e restituzione al territorio dello storico marchio, vedendo gli agricoltori in prima linea in questo percorso.
Gaetano Menna