Frizioni tra allevatori e industriali in Piemonte sul prezzo del latte alla stalla. Alcuni caseifici hanno chiesto ai produttori di rivedere, al ribasso, il prezzo delle forniture, alla luce della riduzione delle quotazioni del latte spot, in calo da alcuni mesi.
Sulla piazza di Lodi nel mese di settembre dell’anno scorso il latte spot sfiorava i 70 euro per 100 kg, mentre oggi non arriva a 46 euro. Inoltre le quotazioni di alcune materie prime sono diminuite sensibilmente; a settembre 2022 il mais nazionale convenzionale sulla piazza di Milano valeva 366 euro a tonnellata, mentre le ultime rilevazioni sono attorno i 280 euro.
Secondo Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte, il prezzo dell’erba medica è però passato da 233 a 345 euro a tonnellata e quello del fieno da 210 a 305 euro a tonnellata. Per Carenini «gli industriali non possono tirare in ballo la quotazione del latte spot solo quando fa comodo loro, perché quando il latte spot a giugno dello scorso anno era a 60 centesimi le parti agricole non hanno messo in discussione gli accordi presi a 48,5 centesimi. Nello stesso tempo, il prezzo del latte allo scaffale non è mai diminuito».
Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino e dell’Associazione produttori latte Piemonte fa rilevare come «la produzione italiana, seppur in leggera diminuzione, continua a mantenersi su livelli importanti. Inoltre – aggiunge Visca – l’aumento delle materie prime e dei costi energetici degli scorsi mesi hanno determinato un rincaro dei prodotti lattiero-caseari al consumo, determinando il calo dei consumi. A questo si aggiunge una minor domanda di prodotti lattiero-caseari da parte della Cina, che contribuisce a mettere in difficoltà il mercato».
Ercole Zuccaro