«Il vertice di oggi sarà l’occasione per programmare un intervento che debelli le cavallette nel centro Sardegna, un’emergenza sociale ed economica che dal 2017 mette in ginocchio coltivatori e allevatori. Siamo pronti a schierare l’Esercito prima che il malcontento si trasformi in emergenza sul fronte della sicurezza pubblica». Questa la dichiarazione del prefetto di Nuoro, Giancarlo Dionisi su come affrontare la piaga delle locuste nell’Isola: nel 2022 furono ben 60.000 gli ettari interessati dall’invasione e quest’anno si rischia di raggiungere i 100.000 ettari qualora il fenomeno non venga governato con la dovuta decisione.
Ecco che entrano quindi in gioco le disinfestazioni mirate, anche attraverso l’uso dei droni per individuare le zone focolaio e quelle di rientro notturno degli insetti. Sull’uso dei droni nelle operazioni agro-sanitarie sarà però necessario ottenere le deroghe governative.
Dionisi ha convocato un tavolo tecnico con gli assessori regionali all’agricoltura e all’ambiente, Valeria Satta e Marco Porcu, i vertici della Brigata Sassari, le agenzie Laore e Forestas, la Provincia di Nuoro, i Vigili del fuoco e i sindaci del territorio. Un incontro propedeutico agli interventi sul campo per cui la Regione impiegherà 185 uomini a cui si aggiungeranno quelli della Protezione civile e le squadre dell’Esercito.
«Ho ritenuto indispensabile coinvolgere l’Esercito, dobbiamo invertire il trend negativo che dal 2017 produce danni stimati per ogni estate in 20-25 milioni – spiega il prefetto -. Ci sono famiglie in ginocchio in un’area che interessa 26 paesi. Ho già parlato con il comandante della Brigata Sassari Giuseppe Bossa che mi ha dato la disponibilità a intervenire. Il resto lo deve fare la Regione, mettendoci propri uomini e risorse economiche».
Dal mondo delle campagne arriva il plauso per la task force messa in campo. «Ci vuole un gabinetto di guerra per intervenire: fra poche settimane – avverte il presidente di Confagricolture Paolo Mele – la schiusa delle larve potrebbe generare problemi di ordine pubblico nel Nuorese, nell’alto Oristanese e nel Sassarese».
Già a inizio febbraio dal mondo agricolo era partito l’allarme e la denuncia sulla latitanza della Regione nel mettere in atto concrete misure di prevenzione.