Intervenendo a un convegno sulla sicurezza nell’uso delle macchine agricole, Gianni Di Nardo, segretario generale di Federacma, Federazione che raggruppa le associazioni nazionali dei rivenditori macchine agricole e da giardinaggio, ha preso posizione in maniera decisa perché sia sbloccata la questione della revisione delle macchine agricole. «Solo un fronte comune di associazioni e istituzioni, pronte a fare ognuna la propria parte, potrà permettere all’Italia di ottenere finalmente in maniera concreta la tanto attesa norma sulla revisione dei trattori agricoli e forestali. Nonostante la legge sia stata approvata nel lontano 2015, infatti, ad oggi di fatto risulta inattuata e i relativi decreti stentano a vedere la luce».
«Eppure nel nostro Paese – ha sottolineato Di Nardo – si registrano, ogni anno, in media 120 incidenti mortali causati dai mezzi agricoli. Siamo pronti a fare squadra e a mettere al servizio del comune obiettivo le nostre conoscenze e la nostra determinazione come già fatto in passato, trovandoci purtroppo spesso soli».
«In Italia le strutture di protezione in caso di capovolgimento, come il roll bar, sono divenute un obbligo di fabbrica solo dal 1998 mentre le cinture di sicurezza sono obbligatorie appena dal 2005 – ha proseguito Di Nardo –. E su 700.000 trattori acquistati in precedenza, appena 80.000 sono stati adeguati dal 2009 ad oggi. La stragrande maggioranza, dunque, non presenta livelli minimi di sicurezza. Una situazione su cui non si può rimanere inermi e che non prende ispirazione da Paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna e Austria dove, con l’entrata in vigore della revisione dei mezzi agricoli, gli incidenti mortali sono crollati a poche unità».