A fine anno in Italia le quotazioni del latte d’importazione sono scese, mentre il latte nazionale ha visto un calo di produzione e l’aumento di prezzo. Secondo Confagricoltura Piacenza, il rischio è che tutta la quota parte della produzione nazionale che resta fuori dai prodotti dop vada in competizione con un mondo tornato a essere quello di un anno fa, quindi con diverse stalle in posizione di grande svantaggio.
«La congiuntura di quest’anno – ha dichiarato il presidente della sezione di prodotto lattiero-casearia dell’organizzazione, Alfredo Lucchini – era un’occasione preziosa per fare analisi di mercato e aggregazione di prodotto e per costruire prospettive. Invece ha prevalso l’individualismo. A fase conclusa, non resta che il rammarico per esserci giocati l’opportunità di fare un piano nazionale legato al mondo del latte».
Confagricoltura Piacenza, ancora una volta, chiede trasparenza e alla politica un supporto, non nelle trattative, ma interventi strutturali che agevolino l’aggregazione dell’offerta, tra cui anche una proroga delle misure come Industria 4.0, con le medesime aliquote del 2022 e azioni di calmierazione sui tassi d’interesse.
«Chiediamo alla politica nazionale – conclude Lucchini – un maggiore dialogo con le istituzioni a livello europeo, perché considerino il percorso virtuoso già fatto dai nostri allevamenti – con l’introduzione dell’innovazione, la riduzione delle emissioni e l’impiego limitato e mirato dei farmaci – che dalla nuova Pac saranno ingiustamente penalizzati e che, nonostante il prezzo del latte sia oggi a 60 centesimi di euro/L, si trovano a terminare un anno galleggiando attorno al punto di pareggio».