Si è conclusa con successo la seconda edizione della rassegna nazionale dei vini PIWl organizzata dalla Fondazione Edmund Mach per valorizzare e promuovere i vitigni “sostenibili”, nati per offrire resistenza (o meglio tolleranza) alle principali malattie della vite: oidio e peronospora.
Oggi 2 dicembre, presso l’aula magna, alla presenza di illustri esperti di rilievo internazionale sul tema del miglioramento genetico e della viticoltura sostenibile, si è svolta la cerimonia di premiazione delle cantine vincitrici.
L’evento, supportato dal Consorzio Innovazione Vite e dall’associazione PIWI international, ha visto partecipare 44 cantine italiane. Gli 82 vini in gara, suddivisi in sei categorie (rossi, bianchi, orange, frizzanti, charmat, metodo classico) sono stati valutati il 9 e 10 novembre da una commissione composta da 30 qualificati esperti e supportata dagli studenti del corso enotecnico.
La premiazione si è svolta all’interno di un seminario scientifico, che ha visto intervenire il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani, il presidente di CIVIT, Enrico Giovannini, e il presidente di PIWI international, Alexander Morandel.
“Questa manifestazione di cui si è fatta promotrice la Fondazione Mach intende far conoscere e valorizzare i vitigni resistenti, che rappresentano un progetto concreto, tangibile, da perseguire, anche non potranno costituire l’unica soluzione ai problemi che affliggono la viticoltura” ha affermato in apertura il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani, portando il saluto dell’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli e sottolineando l’importanza di questo evento giunto alla sua seconda edizione e ormai consolidato nel ricco calendario delle iniziativedella Fondazione.
Alexander Morandel presidente di PIWI international ha evidenziato che il tema dei vitigni resistenti “sta diventando una iniziativa europea, globale”.
Su questa linea di pensiero anche Enrico Giovannini, presidente di CIVIT, il Consorzio Innovazione Vite. “In questi
ultimi dieci anni – ha detto- il vento è cambiato: riceviamo richieste da tutta Italia per testare queste nuove varietà e colpisce tutti il livello qualitativo raggiunto”.
Il professor Mario Pezzotti, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, ha moderato il seminario, lanciando un nuovo, ulteriore, appello alla politica nazionale affinché dia corso alle scelte che liberino l’Italia dallo stallo in cui è relegato l’utilizzo dell’innovazione genetica in viticoltura.
Il seminario, al termine del quale si è svolta la cerimonia di premiazione e un tavolo di assaggi dei vini partecipanti, ha visto gli interventi di autorevoli ricercatori tedeschi e francesi che hanno illustrato i progetti di introduzione delle loro denominazioni: il prof Ulrich Fischer del Weincampus di Neustadt e la prof. Geraldine Uriel del Comitato interprofessionale del vino di Champagne. Il dott. Gabriele Di Gaspero dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine ha parlato dimiglioramento genetico per le resistenze della vite.