La gestione del rischio la fa da padrone nella prossima programmazione, questo quanto emerge dal recente accordo raggiunto per la ripartizione dei fondi del FEASR per il nostro Paese. Fondi raddoppiati rispetto alla precedente programmazione che arrivano a sfondare i 3 miliardi di euro. Secondo Albano Agabiti, presidente Asnacodi Italia, si tratta di un risultato eccellente che conferma l’importanza della gestione del rischio. Anche Andrea Berti, direttore Asnacodi Italia, l’aumento dei fondi a disposizione del sistema agricolo per tutelare in maniera concreata le produzioni e, di conseguenza, il reddito degli agricoltori è un segnale positivo.
Le affermazioni de vertici di Asnacodi durante l’assemblea generale di Asnacodi Italia, tenutasi oggi a Roma presso palazzo Rospigliosi lo scorso 28 giugno, sottolineano il risultato raggiunto lo scorso 21 giugno in Conferenza Stato-Regioni che ha dato il via libera definitivo alla ripartizione dei fondi Feasr. Nella programmazione 2023-2027 si conferma per la gestione rischio un importo pari ad 3.065.577.313 euro di risorse Feasr, oltre al 3% di prelievo automatico per ulteriori 544 milioni di euro da destinare al fondo di mutualizzazione per i rischi catastrofali.Agricat
Con la prossima programmazione tutte le imprese agricole del Paese saranno coinvolte in un percorso di conoscenza e di utilizzo degli strumenti di gestione del rischio.
“Nel periodo di programmazione 2023-2027 – sottolinea Berti – al sistema assicurativo agevolato viene affiancato il nuovo fondo di mutualizzazione nazionale, cofinanziato con fondi europei a copertura dei rischi catastrofali, quali siccità, gelo, alluvioni (Fondo AgriCat). Un nuovo approccio che ci permetterà di sviluppare soluzioni innovative al servizio degli agricoltori anche grazie al supporto delle nuove tecnologie, strumenti imprescindibili per favorire l’innovazione”. Il nuovo Fondo AgriCat è così finanziato:- quota a carico degli agricoltori (30%): finanziata ai sensi dell’art. 19 del Reg. 2021/2115 con un prelievo del 3% dei pagamenti diretti;
- quota pubblica (70%): finanziata attraverso l’art. 76 del Reg.2115/2021, nell’ambito della programmazione dello sviluppo rurale 2023-2027.
Divulgazione e formazione
Complessivamente il settore potrà contare su quasi 700 milioni di euro all’anno per la parziale copertura dei costi degli strumenti di gestione del rischio.
Sarà importante favorire una contaminazione tra pubblico e privato e rendere consapevoli le imprese dei nuovi e crescenti rischi, accompagnandole in un percorso di risk management che consenta un necessario approccio di adattamento al nuovo contesto climatico con azioni di prevenzione e protezione delle colture. Il tutto con un forte utilizzo delle soluzioni tecnologiche che consentono di semplificare la percezione e gli oneri complessivi all’adesione delle soluzioni sempre più complesse e complete delle misure di gestione del rischio.