Si è avviato il secondo anno di attività di un’ampia ricerca volta a studiare nuovi fertilizzanti capaci di dare valore a fonti organiche o minerali legate al riciclo. Legare l’economia circolare alla fertilizzazione non è un’idea nuova, ma la strategia che lega ricerca e industria e l’approfondimento scientifico del progetto è innovativa in tutta Europa: si tratta infatti di un ampio investimento non solo per studiare e fare ricerca nell’arco di quattro anni, ma anche per formare giovani competenze operative per le imprese del settore.
FertiCycle è un progetto Marie Curie, uno dei più competitivi tra quelli proposti dalla Commissione europea, proprio volto a creare reti innovative tra ricerca e impresa e operativo nel formare 15 nuovi dottori di ricerca (PhD). In questo progetto l’Italia, da sempre all’avanguardia nelle tematiche di concimazione sostenibile, è presente con la parte di ricerca scientifica coordinata dall’Università di Torino, e con quella industriale sotto la responsabilità di Scam di Modena.
FertiCycle chiede al team italiano di partecipare alla sfida producendo nuove conoscenze e realizzazioni sul tema dei fertilizzanti organo-minerali (OMF), uno degli ambiti dove il Sud dell’Europa è più avanzato. Il progetto procede secondo il programma concordato.
A ottobre si sono condivisi, in occasione del meeting annuale, i dati preliminari ottenuti dai ricercatori. Sono stati presentati i primi risultati di laboratorio riguardanti lo studio sull’analisi degli effetti nelle piante e nel suolo dell’utilizzo di OMF in base alla disponibilità e alla dinamica di macro e micronutrienti apportati, e definiti i contenuti per la fase prototipale che si svolgerà nell’azienda modenese dove opereranno due dei PhD del progetto.