Negli ultimi tempi l’attenzione per la digitalizzazione delle attività produttive è cresciuta in misura notevole, interessando anche il settore vitivinicolo attraverso la sperimentazione di soluzioni informatiche che vanno dal vigneto alla bottiglia.
In Italia una parte delle aziende vitivinicole utilizza sistemi informativi aziendali per la digitalizzazione delle informazioni provenienti dal vigneto già da qualche anno, dimostrando la spiccata attitudine all’innovazione tecnologica del comparto. Alcune tecnologie IoT (Internet of Things o “Internet delle cose”) sono già adottate in quanto permettono di seguire passo dopo passo il processo di maturazione dell’uva, monitorando il vigneto e le attività che in esso vengono svolte.
La raccolta in tempo reale di informazioni che riguardano la meccanizzazione fornisce un contributo molto importante per le tecnologie IoT e di conseguenza alla viticoltura: basti pensare alla misurazione e alla trasmissione a distanza di informazioni e dati, utili sia al costruttore sia all’utilizzatore.
Le tecnologie impiegate in viticoltura vedono un grande utilizzo della meccanizzazione per le operazioni aziendali dell’intero ciclo colturale, dalle lavorazioni del terreno all’irrigazione e alla fertilizzazione, dai trattamenti fitosanitari fino alla raccolta. Ridurre l’impatto dovuto alla meccanizzazione, sia in termini di riduzioni delle emissioni inquinanti sia degli effetti compattanti sul suolo, è un obiettivo che il mondo dell’ingegneria meccanica agraria sta affrontando con l’introduzione di nuove tecnologie di monitoraggio integrate ai dispositivi avanzati.
Telerilevamento
Gli strumenti che il mercato e la ricerca mettono a disposizione per lo studio della variabilità in vigneto, quantificando così i parametri che determinano l’eterogeneità delle colture per interventi sito-specifici, alla base della sostenibilità, dell’eco-compatibilità e della rintracciabilità dei processi produttivi, appartengono al settore dell’agricoltura di precisione.
In tale contesto, gli strumenti non invasivi di osservazione e monitoraggio dei parametri colturali a diversa scala risultano molto utili ed efficaci, in particolare:
- il remote sensing (telerilevamento remoto) che utilizza sensori montati su differenti piattaforme quali satelliti, aerei, Uav (Unmanned aerial vehicle, cioè aeromobile a pilotaggio remoto, ovvero i droni);
- il proximal sensing (telerilevamento prossimo) che utilizza sensori in prossimità della coltura quali spettroradiometri da campo trasportati dall’operatore o montati su supporti fissi o mobili, oppure in generale strumentazioni in grado di rilevare parametri biofisici della pianta.
Inoltre a supporto dei dati telerilevati vengono utilizzate centraline agrometeorologiche per il monitoraggio dei principali parametri climatici e rilievi finalizzati alla caratterizzazione dei suoli.
La viticoltura di precisione
L’acquisizione di dati multispettrali, sia derivanti da telerilevamento prossimo sia remoto, necessita di appropriate elaborazioni per la produzione di mappe tematiche in grado di descrivere visivamente lo stato vegetativo delle colture. A tale scopo sono stati elaborati nel corso degli anni una serie di indici di vegetazione correlati ai differenti parametri biofisici della pianta.
Gli indici vegetazionali, insieme al monitoraggio dei parametri pedoclimatici e alle caratterizzazioni dei suoli, costituiscono i tasselli fondamentali per comprendere la variabilità spazio-temporale del vigneto. Sarà così possibile valutare se sussiste, ed eventualmente in quale misura, una variabilità intra-parcellare tale da influenzare le performance vegeto-produttive delle viti.
Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 6/2021
Viticoltura intelligente per garantire qualità e made in Italy
di P. D’Antonio, C. Fiorentino, F. Modugno
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