Rallenta in Italia il trend di crescita delle superfici a cereali biologici nelle ultime tre campagne, soprattutto per quanto riguarda il grano tenero (-7,5%) e gli altri cereali, per i quali si registra addirittura un calo della superficie seminata, mentre il grano duro e l’orzo sono in aumento, seppure con percentuali di crescita inferiori rispetto alle annate precedenti.
Questa evoluzione delinea un possibile affievolimento dell’entusiasmo nei confronti della conversione delle aree coltivate da convenzionale a biologico, che sembra andare di pari passo con la frenata dei tassi di crescita dei consumi di pasta alimentare (grano duro) e di prodotti da forno (grano tenero e duro) biologici.
Anche sul fronte del mercato si registra un andamento delle quotazioni non in linea con le aspettative, con il differenziale tra il prezzo della merce bio rispetto a quella convenzionale che, soprattutto per il frumento duro, si è progressivamente assottigliato, passando dai circa 80 euro/t del luglio 2020 agli attuali 12.
È perciò evidente che il mercato da solo non premia la coltivazione con metodi biologici dei cereali a paglia. Anzi, anche il contributo a ettaro previsto per il bio è a malapena sufficiente a coprire la perdita derivante dalla minor resa produttiva rispetto alla coltivazione convenzionale, con conseguenze negative per i conti delle aziende agricole che hanno riconvertito le proprie superfici negli scorsi anni.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 30/2021
Redditività in calo per il frumento duro biologico
di H. Lavorano
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