Una situazione del vigneto al momento buona; una fioritura iniziata in ritardo al Centro-Nord che determinerà una raccolta posticipata di circa una settimana; un danno determinato delle gelate pasquali, solo parzialmente rientrato, che influirà sulla raccolta pur con importanti differenze tra zone e vigneti. È la sintesi, al netto dell’incertezza climatica di questo periodo, del report sull’andamento climatico-vegetativo della prossima vendemmia stilato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv). Le previsioni quantitative della prossima stagione di raccolta saranno come di consueto rese note dalle compagini entro la prima decade di settembre.
Sul piano qualitativo, cita il report, la situazione del vigneto è perciò generalmente buona, con livelli di anomalie legate alle piogge (scarse o grandigene) a oggi ancora circoscritte, mentre le gelate hanno arrecato danni nelle regioni del Nord Italia, Toscana, Sardegna, Umbria e sul versante Adriatico fino al foggiano.
Situazione dalle regioni
In Friuli Venezia-Giulia un autunno secco e un inverno particolarmente piovoso, associato a straordinarie nevicate in montagna, hanno sicuramente influito sul ritardo vegetativo della vite che quest’anno è iniziata verso metà aprile. L’eccezionale gelata di aprile ha colpito la Regione creando alcuni isolati danni nei fondivalle e nelle zone limitrofe ai corsi d’acqua. I problemi sono stati molto contenuti in quanto la vegetazione era appena sviluppata su varietà precoci come Glera e Chardonnay. Ai primi di giugno è iniziata la fioritura e grazie a condizioni climatiche favorevoli si è svolta nel migliore dei modi. Nelle fasi di accrescimento dei grappoli si sono registrati limitati attacchi di peronospora soprattutto in vigneti poco aerati, nel complesso comunque lo stato sanitario non genera preoccupazioni. L’attuale clima caldo e ventilato, accompagnato da fronti anticiclonici africani, porta ad avere qualche problema di siccità in collina e la necessita di intervenire con l’irrigazione di soccorso specie su vigneti coltivati su terreni sciolti.
In Trentino Alto Adige la situazione è buona: il ciclo vegetativo e le fasi fenologiche sono fino ad oggi regolari. Al di là di qualche piccolo danno da gelata avuto sulle varietà precoci, come Chardonnay e Marzemino, non si sono palesati al momento altri problemi. Le intense grandinate del 22 luglio hanno colpito soprattutto la piana rotaliana per un totale di circa 500 ettari vitati e anche la Val di Cembra, ma per capire i danni effettivi è necessario attendere. Le temperature primaverili, più basse del solito, hanno provocato nei vigneti a bassa quota dell’Alto Adige un ritardo vegetativo stimato in circa 10 giorni, più regolari i vigneti sopra i 4/500 m slm. Il caldo delle ultime settimane sta facendo recuperare in parte il ritardo accumulato nei mesi di aprile e maggio, anche se l’inizio della vendemmia potrebbe restare spostato in avanti rispetto a quella precedente.
Nella zona occidentale del Veneto, dopo una primavera che ha visto un ritorno di freddo e presenza di gelate sparse, il germogliamento è stato ritardato anche di 15 giorni. Ad oggi questo ritardo si assesta tra i 7/10 giorni. La partenza del ciclo vegetativo nell’aerea orientale è avvenuta in ritardo rispetto alla scorsa annata. Durante il primo periodo del ciclo vegetativo si sono avute abbondanti precipitazioni e temperature sotto la media stagionale, in alcune zone l’abbondante umidità ha provocato attacchi di malattie fungine. La situazione meteo si è poi stabilizzata e dal mese di maggio le temperature sono risalite a valori normali. Nei mesi di maggio e giugno il passaggio di perturbazioni ha creato fenomeni atmosferici anche di intensità, colpendo a macchia di leopardo il territorio del Veneto Centro Orientale, con grandinate che in zone molto limitate hanno determinato perdite di produzione significative. Attualmente la maturazione delle uve precoci, anche a seguito delle temperature attuali, è prevista tra fine agosto e primi di settembre con un ritardo di 10-15 giorni circa rispetto alla vendemmia 2020. Si evidenzia una diminuzione di grappoli sulle varietà precoci (Pinot, Chardonnay) mentre per la varietà Glera il numero di grappoli, che risultano essere molto allungati e spargoli, rispecchia la media.
In tutte le zone vinicole della Lombardia si rileva ad oggi una buona condizione dello stato fisiologico e sanitario dei vigneti, nonostante la forte grandinata che ha interessato centinaia di ettari nell’estremo nord-est dell’Oltrepò Pavese già interessato dalle gelate primaverili. Anche in Franciacorta alcune zone hanno risentito della gelata di inizio aprile, e la situazione si è aggravata in seguito alle violente grandinate della seconda metà di luglio che hanno colpito soprattutto Adro, Erbusco, Calino, Capriolo, Passirano e Monterotondo. Nonostante la stima corretta dei danni sia da quantificare nelle prossime settimane, i grappoli sani godono di un buono stato vegetativo, proprio grazie anche alle ultime piogge, che hanno riequilibrato il regime idrico. Fortunatamente il fronte lombardo del lago di Garda è stato risparmiato sia dalle gelate tardive che dagli eventi meteo estremi che si sono abbattuti la settimana scorsa sulla sponda veronese.
In Piemonte c’è un panorama piuttosto eterogeneo ma in generale si profila una vendemmia in tempi ‘”normali”. Le gelate successive alla Pasqua hanno interessato diversi vigneti, con distribuzione a macchia di leopardo, ma i danni restano localizzati. C’è stato un clima piuttosto freddo fino a fine maggio, seguito da un mese di giugno tra i più caldi in assoluto con una piovosità decisamente contenuta, al limite di manifestazione di stress idrico, soprattutto nel Sud della Regione. Temporali con grandine a fine giugno nel Nord della Regione e poi al Sud nel Roero e dintorni albese.
In Emilia Romagna, dopo un inverno con modeste precipitazioni e temperature abbastanza elevate per il periodo, la ripresa vegetativa per tutte le varietà è stata veloce dal 27 marzo, quando le massime sono salite sopra i 20 °C, fino ad arrivare al 31 marzo a 26°C. I danni delle gelate di aprile subito sono apparsi molto importanti soprattutto nei fondivalle: nelle prime settimane di aprile si sono registrate temperature rigide soprattutto di notte che, oltre ad avere provocato danni da freddo ad alcuni vitigni (Lambrusco Grasparossa nella zona pedecollinare modenese) hanno ritardato la vegetazione di circa 10 gg. Di fatto nel complesso il danno quantitativo si è attenuato grazie alla ripresa delle piante, con la crescita di numerosi germogli solo parzialmente necrotizzati dopo la gelata e anche per l’emissione di grappoli dai germogli secondari. Dal punto di vista fitosanitario le uve sono mediamente ottime. Nelle colline non irrigate si iniziano ad intravedere danni fogliari da stress idrico. Saranno fondamentali piogge in fase di inizio invaiatura, fase in cui la pianta ha forte necessità idrica. Attualmente è la siccità la vera incognita.
In Toscana gli ultimi mesi del 2020 e i primi mesi del 2021 hanno fatto registrare una pluviometria abbondante che ha dotato i vigneti di un ottimo approvvigionamento idrico di partenza. I primi germogli di Sangiovese sono apparsi tra fine marzo primi di aprile con un leggero ritardo rispetto all’annata 2020. La seconda metà di aprile ha portato con sé un brusco abbassamento delle temperature con fenomeni di gelata intensi (fino a -7/-8 gradi) che hanno colpito i fondivalle ed i vigneti al di sotto dei 100 metri s.l.m. Con il ritorno del caldo del mese di maggio, la vite ha potuto svilupparsi con un buon vigore, recuperando il ritardo di sviluppo dovuto alle gelate tardive. La fioritura, avvenuta tra il 20 ed il 25 maggio, ha potuto beneficiare di un clima secco e leggermente ventilato che ha portato ad un’ottima allegagione dei frutti. Il clima tendenzialmente sereno dei mesi di maggio/giugno ha limitato lo sviluppo di malattie ed ha garantito un’ottima sanità delle piante. La presenza di importanti riserve idriche invernali ha posticipato i possibili stress idrici alla seconda metà di luglio, permettendo una buona crescita degli acini. Attualmente si cominciano a vedere leggeri segnali di invaiatura nelle zone più calde della Toscana che ci fanno pensare a una vendemmia in linea con il periodo. Qua e là si segnalano iniziali problemi legati alla siccità, che però ad oggi non preoccupano più di tanto.
Simile la situazione in Umbria dove, tolte anche importanti perdite da gelate in alcuni areali, attualmente si segnala un buono stato di salute dei vigneti con qualche fondata preoccupazione per la prolungata assenza di precipitazioni.
Restando nel Centro-Italia si segnala un normale sviluppo del vigneto del Lazio con circa una settimana di anticipo. Le gelate non hanno creato grandi perdite di prodotto mentre ora sono le alte temperature a preoccupare perché favoriscono attacchi patogeni, quali l’oidio.
Nelle Marche anche la scorsa stagione invernale è stata più calda del normale, come ormai accade da diversi anni, ma con precipitazioni più abbondanti della norma in particolare per la piovosità registrata nei mesi di dicembre e gennaio, scarsa invece la pioggia a febbraio, scarsità di piogge anche per tutta la primavera con record negativo di precipitazioni che non si registrava dal 1961. Salvo sporadici eventi, limitate piogge anche a giugno e solo a luglio si sono registrati attesi salutari piovaschi. Per la temperatura dopo le anomalie negative di marzo e aprile, il valore sostanzialmente in linea di maggio, la temperatura media torna “ad esplodere” nel mese di giugno nel quale è stata superata di ben 3°C la norma di riferimento 1981-2010. Il germogliamento delle principali varietà marchigiane quest’anno è avvenuto con un ritardo di 7-10 gg rispetto al 2020. Il ritardo si sta recuperando come verificato nei primi rilievi di invaiatura in corso, conseguenza anche dei picchi termici alternati alle piogge, che stanno regolando il metabolismo della vite. Il quadro delle malattie è abbastanza buono per assenza di peronospora e tignola mentre l’oidio è comparso in qualche areale. Si attende fra qualche giorno l’invaiatura delle uve precoci. Il livello vegetativo, un po’ contenuto rispetto alla norma, è generalmente regolare e di buona vigoria.
Scendendo verso Sud si rielevano in Abruzzo e Molise piogge scarse fino ad aprile e nei mesi primaverili per cui i vigneti giovani sono andati in forte sofferenza (ove non c’era la possibilità di irrigare). Dalla fine di aprile fino alla metà di luglio non si è verificata alcuna precipitazione di rilievo e la vite dimostra ancora una volta la grande capacità di adattamento e resilienza alle situazioni estreme. È riuscita da un punto di vista fisiologico a reagire e ad adattarsi alle condizioni di scarsità idrica e di colpi improvvisi di calore, modulando il ritmo di accrescimento delle varie fasi fenologiche. Attualmente tutti i vitigni, sia precoci che tradizionali, hanno un ritardo fenologico di 5/7 giorni. Le alte temperature delle ultime settimane (prima metà di luglio) hanno praticamente arrestato la crescita vegetativa; solo le cultivar precoci hanno iniziato l’invaiatura mentre le cultivar tradizionali sono ancora in fase di accrescimento degli acini.
In Campania, l’annata 2021 ha visto temperature invernali piuttosto miti che si sono protratte con quasi un grado al di sopra delle medie fino agli inizi di marzo, e con abbondanti piogge, determinando una buona ripresa vegetativa, rallentata però dall’importante abbassamento delle temperature di inizio ad aprile, con nevicate ad alta quota e qualche gelata più in basso. Da maggio si sono assestate temperature appena più alte della media, con assenza prolungata di piogge, limitando lo sviluppo di malattie e consentendo una buona fioritura e allegagione. Il rapido passaggio alla fase di pre-chiusura del grappolo, che presentava molti residui fiorali, ha determinato lo sviluppo di grappoli tendenzialmente più spargoli. Con le piogge di metà di luglio accompagnate da un abbassamento delle temperature, si conferma al momento un ritardo di 7-10 giorni sulle fasi fenologiche della vite. In linea generale le condizioni climatiche hanno consentito una gestione dei vigneti senza particolari problemi.
Passando in Puglia si ha una situazione assolutamente sotto controllo dal punto di vista fitopatologico. Buono anche lo sviluppo vegetativo con vigneti molto rigogliosi anche se queste ultime settimane hanno alzato l’attenzione sul perdurare della siccità del caldo eccessivo. Al momento l’unica certezza è che l’annata viticola volge verso un ritardo consistente nelle maturazioni. I primi rilievi su chardonnay indicano un’annata in ritardo rispetto allo scorso anno di circa 10 giorni e comunque tali ritardi non trovano eguali negli ultimi 20 anni.
In Calabria, nonostante le avversità dovute anche alle gelate i vigneti sono in uno stato vegetativo ottimale anche se le previsioni vendemmiali sono molto disomogenee addirittura da vigneto a vigneto della stessa area. Attualmente si prevedono circa 10 giorni di anticipo.
Si presenta in buona salute anche il vigneto Sicilia. Dopo un inverno di nuovo generoso dal punto di vista pluviometrico, in particolare nel mese di febbraio e marzo che ha visto accumuli sopra i 200 mm, la primavera è stata decisamente asciutta con un numero di eventi limitato e quantitativamente poco significativo. In particolare, è risultato fortemente anomalo il mese di aprile durante il quale le piogge sono state di portata assolutamente trascurabile con un cumulato medio di 3 mm, ai minimi climatici assoluti. Nella seconda metà di giugno, inoltre, le temperature sono state molto elevate, con picchi fino ai 45°C in diverse zone dell’isola, portando a qualche scottatura dei grappoli più esposti. Durante le delicate fasi di allegagione le piogge sono state praticamente assenti limitandosi di fatto a due soli eventi con quantitativi irrisori. In questo periodo le temperature si sono abbassate riducendo leggermente la percentuale di allegagione in alcune varietà. Le infezioni sia peronosporiche che di oidio più pericolose sono state limitate e di scarsa rilevanza, producendo solo qualche focolaio localizzato. In generale, dove i trattamenti sono stati fatti con accortezza, visto l’attuale andamento climatico, ci si aspetta un’annata ottima, sia per quantità che per qualità.
La Sardegna ha avuto un buon approvvigionamento d’acqua, dato che da gennaio fino a marzo si sono verificate piogge abbondanti; dal mese di marzo fino ad oggi, al contrario, si sono avute pochissime precipitazioni limitate ad alcuni areali, che stanno creando qualche problema sui vigneti non irrigui. Dal punto di vista climatico il punto dolente sono state le gelate verificatesi l’8-9 aprile, che hanno colpito in maniera molto forte il Nord Sardegna in particolare l’areale di Alghero e la Gallura dove si sono riscontrati danni del 40-50%, più lievi i danni nell’oristanese e in tutti i fondivalle nelle varie zone dell’isola. Le temperature più elevate e le poche precipitazioni degli ultimi mesi hanno invece favorito un migliore stato sanitario delle uve con la quasi totale assenza di peronospora e con attacchi limitati di oidio, offrendo attualmente uve sane in tutto il territorio. Dal punto di vista fenologico si è avuto un anticipo iniziale, ridotto successivamente dal fenomeno delle gelate di aprile e dalle alte temperature di giugno e luglio, che hanno a loro volta creato fenomeni di stress alle piante riportando il ciclo fenologico della pianta in linea con le altre annate. Ad oggi si ipotizza un inizio raccolta in linea con lo scorso anno, con le basi spumante che verranno presumibilmente raccolte entro la prima settimana di agosto, con una previsione molto positiva dal punto di vista qualitativo.